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Lazio., lo storico abbraccio tra Lotito e Cragnotti
14-05-2025, 17:37
Come i due Papi a Castel Gandolfo il 23 marzo del 2013, ieri un abbraccio storico il 13 maggio del 2025, il giorno prima della festa per il secondo scudetto che chiude anni di tensioni striscianti e parole aspre sul passato che aveva regalato gioie irripetibili ma anche un fallimento annunciato dalla crisi della Cirio. Da una parte il presidente emerito, Sergio Cragnotti, il patron del secondo scudetto, dei sette trofei, della Lazio prima nel ranking mondiale, degli acquisti centrati in poche ore grazie a illimitate disponibilità economiche. Dall'altra il pragmatico presidente attuale, Claudio Lotito, perfetto nel primo decennio nell'aver salvato società e simbolo dal baratro. Come ama ripetere «non vende sogni ma solide realtà», ma proprio l'assenza di quei momenti di follia, di quella voglia di rischiare di fare il passo più lungo della gamba non lo hanno fatto amare dalla maggioranza dei tifosi laziali, soprattutto quelli più giovani, cresciuti durante l'epopea cragnottiana. Sergio è un genio creativo che aveva portato il club in Borsa con idee rivoluzionarie, a volte precorrendo i tempi anche in quella volontà di unirsi con il presidente della Roma Sensi per combattere le società del Nord. Poi, nel dicembre 2002 la crisi, quella caduta dolorosa e inattesa su cui è stato scritto di tutto senza dimenticare la presenza inquietante della banca che ha contribuito in modo decisivo al disastro dei conti biancocelesti. Il 3 gennaio 2003 la lettera di dimissioni, la resa di un uomo che ha fatto sognare i laziali come mai nessun altro. Ieri, dopo 22 anni, è tornato nel centro sportivo che aveva comprato nel 1995 ora diventato un gioiello anche grazie al suo successore. Così come il sogno stadio, anche quel Flaminio a lungo inseguito che ora proprio Lotito sta cercando di regalare alla Lazio: Cragnotti anche in questo vedeva cose con vent'anni di anticipo. L'abbraccio ma anche quella carezza di Claudio a Sergio quando si stava rialzando dalle poltrone della sala stampa di Formello sono un segnale di serenità di cui avevano bisogno tutti quelli che hanno a cuore le sorti del più antico club della Capitale. Magari sarà tutta una finzione, un po' come quegli incontri preparati per dare un segnale rassicurante all'esterno, magari è impossibile che ci sia stato un sostanziale pentimento nel aver spesso usato toni pesanti sul passato, però sarebbe straordinario pensare che invece siamo di fronte a una riappacificazione generale che può portare solo positività al mondo Lazio. L'invito a Formello ha un grande valore così come la signorilità dell'ex patron di non far pesare nulla di quanto ascoltato in questi anni. Sotto lo sguardo di Massimo Cragnotti ed Enrico Lotito, fieramente seduti vicino ai loro padri, è andata in scena una mattinata di lazialità nella speranza di poter presto festeggiare vittorie sul campo e non fare celebrazioni per trofei che si cominciano a perdere nella notte dei tempi. Tocca al presidente attuale provare a riempire ancora la bacheca di Formello.
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