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“La Russia ci testa, dobbiamo reagire”. Nato pronta ad alzare il tiro con una nuova strategia
Oggi 01-12-25, 13:11
La Nato sta valutando la possibilità di essere “più aggressiva” nel rispondere agli attacchi informatici, ai sabotaggi e alle violazioni dello spazio aereo da parte della Russia, intensificando la sua risposta alla guerra ibrida. Ad affermarlo è l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del Comitato militare della Nato, citato dal Financial Times. “Stiamo analizzando tutto... Sul fronte informatico siamo in un certo senso reattivi. Essere più aggressivi o proattivi invece che reattivi è qualcosa a cui stiamo pensando”, continua. L'Europa è stata colpita da numerosi episodi di guerra ibrida, alcuni dei quali attribuiti chiaramente alla Russia, e alcuni diplomatici, soprattutto dell'Europa orientale, hanno esortato l'Alleanza a smettere di limitarsi a reagire per iniziare a contrattaccare. Una simile risposta sarebbe più semplice sul fronte degli attacchi informatici, dove molti Paesi dispongono di capacità offensive, ma risulterebbe meno praticabile nei casi di sabotaggi o intrusioni di droni. Per Dragone, un “attacco preventivo” potrebbe essere considerato un'“azione difensiva”, anche se si tratta di un concetto distante dal normale approccio della Nato. “Essere più aggressivi rispetto all'aggressività della nostra controparte potrebbe essere un'opzione. Le questioni sono il quadro giuridico, il quadro giurisdizionale, chi lo farà?”. Intanto, la missione Baltic Sentry ha ottenuto risultati significativi: pattugliamenti con navi, aerei e droni nel Mar Baltico hanno impedito il ripetersi degli episodi di sabotaggio verificatisi nel 2023 e 2024 da parte di navi collegate alla flotta ombra russa. “Dall'inizio di Baltic Sentry non è successo nulla. Questa deterrenza sta funzionando”, sottolinea Dragone. Un diplomatico baltico avverte che rimanere sempre reattivi significa incoraggiare Mosca a proseguire nelle sue azioni: “La guerra ibrida è asimmetrica, costa poco a loro e molto a noi. Dobbiamo essere più inventivi”. Dragone riconosce che la Nato e i suoi membri affrontano più limiti rispetto alla controparte, a causa di etica, legge e giurisdizione: “È un problema. Non è una posizione perdente, ma più difficile”. Per il capo del comitato militare, la sfida cruciale è impedire future aggressioni. “Come ottenere la deterrenza – attraverso la ritorsione, attraverso un attacco preventivo – è qualcosa che dobbiamo analizzare a fondo, perché in futuro la pressione potrebbe aumentare”, conclude.
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