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Retina Holding: la rivoluzione del biometano made in Italy
Oggi 01-12-25, 13:06
Nel cuore del Mezzogiorno italiano, tra Basso Lazio, Campania, Molise e nord Puglia, sta prendendo forma un progetto innovativo destinato a ridefinire la gestione dei reflui zootecnici e la produzione di energia sostenibile: Retina Holding. La società si dedica alla progettazione, realizzazione e gestione di infrastrutture per la produzione e l'immissione in rete di biometano, trasformando reflui zootecnici e sottoprodotti agricoli in energia pulita, fertilizzanti organici e CO2 biogenica, destinata a usi alimentari, farmaceutici e industriali. «Retina è un progetto ormai evoluto rispetto alle prime fasi progettuali», spiega il Dott. Franco Torra, direttore generale di Retina. «Ci concentriamo sulla produzione di biometano da destinare alla rete nazionale del metano, valorizzando tutti i sottoprodotti: il digestato diventa fertilizzante organico e la CO2 biogenica viene liquefatta e commercializzata». A differenza di molti impianti già presenti in Italia, concentrati soprattutto nel Nord e finalizzati alla produzione di energia elettrica da biogas, gli impianti di Retina puntano all'efficienza: «Il gas non viene combusto per generare elettricità, ma immesso direttamente nella rete, garantendo un recupero energetico elevato», sottolinea Torra, «inoltre, alimentiamo i nostri impianti per almeno il 60% con deiezioni animali, riducendo significativamente l'impatto ambientale e le emissioni di gas serra. Gli impianti superano il 100% di efficienza rispetto all'impronta carbonica prevista dal Decreto 22». Retina si pone così come modello di sostenibilità ambientale e sviluppo locale. Gli impianti sono strategicamente posizionati in aree ad alta densità di allevamenti, come quelle della mozzarella di Bufala Campana e dell'Agropontina, contribuendo a ridurre l'inquinamento da nitrati e a mitigare l'emissione di metano e CO2 nell'ambiente. «Gestiamo meglio le deiezioni animali, riducendo l'impatto sui terreni e permettendo alle aziende agricole di potenzialmente incrementare il numero di capi senza aggravare la pressione ambientale», spiega Torra. Nonostante il sostegno della politica regionale e l'aderenza alle normative nazionali e comunitarie, Retina ha dovuto affrontare ostacoli legati alla percezione del progetto da parte delle comunità locali. «Purtroppo spesso i nostri impianti vengono associati al trattamento dei rifiuti, specialmente in Campania. È un problema di informazione, non di natura del progetto», afferma Torra. Attualmente, Retina nel complesso ha in lavorazione 22 progetti, di cui fra prima e seconda fase, 13 cantieri attivi di cui 4 impianti destinati a entrare in funzione entro l'anno. L'espansione continuerà con ulteriori acquisizioni e sviluppi, consolidando la posizione dell'iniziativa come infrastruttura strategica per la tutela ambientale e la produzione di biometano, Co2 biogenica e fertilizzanti organici in Italia. «Il biometano è una risorsa chiave per la transizione energetica e per le aziende hard to abate, che hanno difficoltà a ridurre la propria impronta carbonica. Crediamo che il futuro del biometano in Italia sia solido e pluridecennale», commenta Torra. Oltre all'aspetto industriale, Retina vuole lanciare un messaggio ai giovani e agli imprenditori del Sud: «Si può fare impresa in questi territori, affrontando sfide ardite con attenzione alla sostenibilità e alle vocazioni locali. Non interferiamo ma ma potenziamo il comparto zootecnico e agricolo in generale, radice e origine della nostra economia: i nostri impianti supportano le aziende agricole, riducendo l'impatto ambientale e permettendo uno sviluppo equilibrato dei territori», conclude Torra. Retina Holding non è dunque solo una realtà imprenditoriale innovativa: è un modello di economia circolare che unisce sostenibilità ambientale, sviluppo locale e futuro energetico, accompagnando il Mezzogiorno al centro della transizione energetica italiana. www.retinabiometano.com
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