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“Papa Francesco non mi ha estromesso dal conclave”. Monta il caso Becciu
Oggi 22-04-25, 14:32
“Tutti i cardinali sono stati invitati alla Congregazione” in Vaticano, quindi anche Angelo Becciu. È quanto ha confermato la sala stampa della Santa Sede rispondendo a una domanda sulla partecipazione del porporato sardo alla Congregazione. Becciu mantiene il titolo di cardinale, anche se sulle prerogative cardinalizie e dunque sulla possibilità di entrare in Conclave, dovrà esprimersi proprio la Congregazione generale. Il diretto interessato la pensa però diversamente. E non vede alcun problema. “Richiamandomi all'ultimo Concistoro (quello nel quale è divenuto cardinale Arrigo Miglio, già arcivescovo di Cagliari e che accolse Bergoglio nella sua storica visita del settembre 2013), il Papa ha riconosciuto intatte le mie prerogative cardinalizie in quanto non vi è stata una volontà esplicita di estromettermi dal Conclave né la richiesta di una mia esplicita rinuncia per iscritto. L'elenco pubblicato dalla Sala Stampa non ha alcun valore giuridico e va preso per quello che è”, l'intervento di Becciu in una intervista all'Unione Sarda sulla possibilità o meno di entrare o meno in Conclave. Un capitolo doloroso per Papa Francesco ha riguardato proprio il suo fedelissimo capo della Segreteria di Stato, finito al centro di uno scandalo per la compravendita di un lussuoso palazzo a Londra, di proprietà del finanziere Raffaele Mincione. Becciu è stato condannato in primo grado a 5 anni di reclusione in quello che è stato definito il processo del secolo, nato da uno scoop del settimanale L'Espresso, che nell'ottobre 2019 aveva pubblicato un documento segretissimo della Segreteria di Stato, che gettava ombre su circa 650 milioni di fondi extrabilancio dell'Obolo di San Pietro, destinati ai poveri ma impiegati per fare affari. Lo scandalo si è allargato quando quell'inchiesta vaticana si è incrociata con l'indagine sul dossieraggio all'Antimafia, perché è emerso che i principali protagonisti della compravendita sarebbero stati spiati dal finanziere Pasquale Striano, indagato per accesso abusivo alle banche dati e rivelazione del segreto in concorso con l'ex pm Antonio Laudati e tre cronisti di Domani.
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