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“Quello di Report un illecito serio. Hanno scatenato una guerra mediatica”
Oggi 17-11-25, 08:09
«Quella messa in atto da Report non è stata semplice pressione mediatica, ma una vera guerra mediatica. Una guerra senza regole, basata solo sulla prevalenza della forza. E la forza mediatica, qui, è tutta e solo di chi è stato sanzionato per un serio illecito». Ginevra Cerrina Feroni, Vice Presidente del Garante per la protezione dei dati personali e ordinaria di Diritto costituzionale è tornata sulla vicenda che ha visto protagonista l'Authority di cui fa parte e la trasmissione Report. Professoressa, dopo il “caso” Report, più di qualcuno ha messo in dubbio l'indipendenza dell'Autorità, specie perché, dicono, la nomina parlamentare dei vertici minerebbe l'imparzialità e la terzietà delle vostre decisioni. È d'accordo con questa analisi? «Chi più e chi meglio del Parlamento può fare queste nomine? Proviamo a rovesciare la domanda. Il Governo? Un Ministro? E quale Ministro? E chi altro ancora? Come vede il cerchio si chiude. Solo il Parlamento assicura equilibrio e terzietà. Non dimentichiamo la separazione dei poteri». Restiamo sulla vicenda Report. Dopo la sanzione del collegio, la trasmissione ha mandato in onda una serie di servizi sull'Autorità: pensa che questo rientri nel diritto di cronaca, oppure, come sostenuto da più parti, è stato un modo per esercitare pressione mediatica su di voi? «Non è pressione mediatica, questa è guerra mediatica. Una guerra senza regole, basata solo sulla prevalenza della forza. E la forza mediatica qui è tutta e solo di chi è stato sanzionato per un serio illecito commesso in danno alla riservatezza, specie di una terza persona priva di rilievo pubblico, la moglie di Gennaro Sangiuliano». Lei si è sentita attaccata personalmente dalle loro inchieste? «Diffamata sì. Attaccata impossibile». Trovarsi al centro di una così grande attenzione mediatica ha reso più difficile il vostro lavoro o ha influenzato in qualche modo, seppur “inconsapevolmente”, la tranquillità del vostro operato? «Abbiamo continuato a lavorare come sempre». Negli ultimi tempi anche a lei sono stati contestate alcune cose che avrebbero a che fare con presunti conflitti d'interesse, tra cui il fatto che lei ha partecipato ad una presentazione del libro dell'ex ministro Gennaro Sangiuliano quando l'esposto su Boccia era già sulla scrivania dell'Autorità. Come risponde? «Non ritengo che la presentazione di un libro possa intaccare minimamente la serenità e l'oggettività del giudizio. Di certo non ha condizionato me, né tanto meno il procedimento amministrativo in questione». È verosimile immaginare che tra una Authority come la vostra e la politica non vi sia alcun contatto, come alcuni sembrano chiedere, oppure è inevitabile che questi due mondi debbano presto o tardi venire a contatto, come peraltro accade per molti altri gangli dello Stato? «La legge assegna alla Autorità due tipi di competenze. Sanzionare le lesioni della privacy e rendere oggettivi pareri al Governo sulle questioni giuridiche dubbie riguardanti la privacy. È semplicemente ovvio che, in questo secondo versante, ci siano contatti e interlocuzioni con chi svolge funzioni di Governo o con parlamentari. Sono contatti istituzionali doverosi per il principio di leale collaborazione tra Autorità. Sto parlando del Governo della Repubblica o del Parlamento, non di singoli personaggi politici. Preciso che i nostri non sono come i pareri che può rendere un legale, ma sono analoghi a quelli di un organo giurisdizionale consultivo come il Consiglio di Stato». Avete mai ricevuto esplicite pressioni dalla politica in questi anni? «Mai». Da costituzionalista, crede che serva intervenire sull'organizzazione delle Autorità oppure crede che l'attuale assetto sia efficace? «Le Autorità nascono circa 30 anni fa, importate dagli Stati Uniti, per supplire alla crisi della democrazia rappresentativa e per regolare fenomeni ad alto tasso di complessità tecnica. La loro presenza è oggi essenziale. Ovviamente tutto è perfettibile ma nella massima parte del loro assetto vanno bene come sono».
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