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"In Italia non c'è spazio per i fan di Hamas". L'imam di Francia affonda Hannoun
Oggi 21-10-25, 09:18
Mohammad Hannoun, il giordano al centro della nostra inchiesta e ritenuto dal Dipartimento del Tesoro Usa la propaggine di Hamas in Italia, ha detto l'ennesima frase grave, parlando da un corteo milanese e giustificando l'uccisione «dei collaborazionisti». Esattamente ha detto che «tutte le rivoluzioni del mondo hanno le loro leggi. Chi uccide va ucciso, i collaborazionisti vanno uccisi. Oggi l'Occidente piange questi criminali, dicono che i palestinesi hanno ucciso poveri ragazzi, ma chi lo dice che sono poveri ragazzi?». Esternazioni che ha mobilitato tutto il centrodestra, che ora chiede convintamente l'espulsione del presidente dell'Api. Ma a insorgere è anche il capo degli imam della Francia, Hassen Chalghoumi, esterrefatto dalle affermazioni di Hannoun: «Non può restare sul suolo italiano e dovrebbe essere espulso immediatamente. L'islamismo, l'islam politico e uomini pericolosi come lui che sostengono Hamas devono aver spazio da nessuna parte in Europa. Bisogna preservare il vostro paese ma anche la comunità musulmana, che non si riconosce in certi soggetti, che altro non fanno che essere la base dell'odio e dell'antisemitismo», ci ha detto. Poi l'invito al Governo: «È fondamentale che l'Italia adotti una posizione sempre più ferma nella lotta contro un radicalismo islamico che si sta diffondendo, e il Paese deve prenderne piena consapevolezza, soprattutto con un governo come quello di Giorgia Meloni. Serve una politica chiara e determinata per proteggere la coesione sociale e la sicurezza pubblica, che loro hanno più volte espresso». E ancora: «Il vostro giornale è riuscito a svelare una rete molto importante che coinvolge una parte della sinistra italiana, e il silenzio di questi responsabili politici è sconcertante. Sembrano rifiutarsi di prendere le distanze da un movimento terroristico come Hamas. La destra, al contrario, ha saputo assumere una posizione inequivocabile, affermando che in Italia non c'è posto per chi simpatizza con il terrorismo. Ma il segnale deve arrivare a chi tenta di fare proselitismo in Italia e questo segnale può arrivare solo con le espulsioni di chi non rispetta la legge italiana». Ma ha criticato anche la Flotila, la spedizione che aveva come scopo quello di forzare il blocco navale israeliano. E Il Tempo, oltre ad aver svelato le connessioni con individui ritenuti vicini ad Hamas, ha raccontato anche della presenza di due ex terroristi dell'Eta sulla nave Sirius. «Quello che vediamo oggi con questa cosiddetta “Flottiglia della libertà” non ha nulla di umanitario. È diventata l'alleanza tra estremismo e terrorismo, uniti da un solo cemento: l'odio per Israele, l'odio per gli ebrei e l'antisemitismo mascherato da solidarietà. Quando si scopre a bordo ex membri dell'organizzazione terroristica Eta, responsabili di omicidi e violenze, accanto a militanti pro-Hamas e a figure legate ai Fratelli Musulmani, bisogna dirlo chiaramente: non è una flottiglia di pace, è una flottiglia di guerra, una flottiglia dell'odio. Il loro obiettivo non è salvare Gaza. Il loro obiettivo è il caos, la propaganda, la manipolazione delle coscienze. Ed è molto pericoloso. I nostri responsabili politici, i media e l'opinione pubblica devono svegliarsi: ciò che vediamo non è più una causa da difendere, ma un'ideologia totalitaria, una rete d'influenza che serve i nemici della pace», chiarisce l'imam. E chiosa: «Lo dico con forza: l'Europa deve smettere di essere ingenua. Ogni volta che si chiudono gli occhi davanti all'antisemitismo, all'estremismo, alla manipolazione delle cause umanitarie, si tradiscono i valori della democrazia e della pace. Non è difendere Gaza, è tradire la verità. E coloro che oggi applaudono questa flottiglia portano una responsabilità morale davanti alla storia».
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