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Lezione di cristianesimo woke della Schlein alla Camera: ci mancava sta Papessa
Oggi 24-04-25, 07:26
Doveva essere quello di ieri un momento solenne, di riflessione, in onore di Papa Francesco, nell'Aula di Montecitorio, a Camere riunite. La commemorazione di Bergoglio si è, però, trasformata ad un certo punto in un vero e proprio comizio, anzi in un “comizietto”, come l'ha definito più di qualcuno, con protagonista Elly Schlein. Nel suo intervento, la segretaria del Partito democratico non ha rinunciato ad utilizzare toni inutilmente polemici, data la circostanza, nei confronti del governo. La scomparsa del Pontefice «ci priva di una voce significativa che ha saputo interrogare credenti e non credenti: merita il nostro ricordo e il nostro cordoglio, non merita l'ipocrisia di chi deporta migranti, nega l'emergenza climatica e nega le cure a chi non se le può permettere. Oggi ci troviamo nel cuore delle istituzioni della Repubblica laica e antifascista: il modo migliore è coglierne il messaggio con coerenza. La nostra vicinanza come Pd, in questa dolorosa perdita, va alla comunità cattolica e a tutti coloro che vogliono portarne avanti l'impegno», le parole pronunciate dalla leader dem, con un riferimento neanche tanto velato ed allusivo proprio all'esecutivo. Dichiarazioni decisamente fuori contesto, fuori luogo, tanto che sono state accolte dai brusii provenienti dai banchi del centrodestra, con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che si è portata le mani verso il viso, mentre i due vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini, non hanno potuto fare altro che scuotere la testa. Insomma, affermazioni scomposte, che non c'entravano un bel niente con il clima, con lo spirito stesso della cerimonia: considerazioni che non hanno ricevuto alcun applauso da parte dei rappresentanti della maggioranza. A manifestare il disappunto del centrodestra ci ha pensato, nel suo intervento nell'emiciclo, il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri. «Siamo stati invitati dai presidenti di Camera e Senato a commemorare Sua santità, Papa Francesco, e a questo ci atterremo. Tanti sono i momenti per il confronto politico e per parlare delle tante ipocrisie che hanno accompagnato anche la missione sulla terra di Papa Francesco, che come ha detto Tajani è stato davvero il Papa di tutti», ha osservato l'esponente di FI, secondo cui Bergoglio «è stato un Papa osannato su alcune questioni e oscurato su altre. Qualcuno, oggi, ha usato la parola ipocrisia, le ipocrisie sono state tante, anche di chi lo cita sempre e non ha mai seguito il percorso della fede». Quanto agli altri interventi, c'è da segnalare quello del leader di Italia viva, Matteo Renzi. «Sul pontificato, cari colleghi, è buffo che ciascuno di noi in qualche misura cerchi di accaparrarsi un pezzettino di eredità - ha detto l'ex presidente del Consiglio -. Chi lo ricorda per i carcerati, lo dimentica per l'aborto. Chi lo ricorda sulla famiglia tradizionale, dimentica le parole sull'immigrazione. Non era un politico, era un Papa, era Pietro. E, proprio perché capo della cattolicità, ci ha insegnato il valore della laicità che non va confusa con il laicismo. Si deve avere il coraggio di riconoscere la sua grandissima lezione di laicità». Dal canto suo, il presidente di Noi moderati, Maurizio Lupi, ha sottolineato: «Trovo francamente superfluo stare a discutere se sia stato un Papa progressista o conservatore: è stato entrambe le cose. Papa Francesco ha colto come pochi la trasformazione sociale e culturale che caratterizza il nostro tempo e non ci ha offerto ricette ideologiche o sociologiche, ci ha invitato a riandare all'essenziale. L'essenziale, il necessario, che ne è la ragion d'essere, sono il cuore del magistero di questo Papa, proprio per questo spiazzante nel suo stile di governo». Per la deputata della Lega, Simonetta Matone, Francesco è stato «un Papa spiazzante, imprevedibile, difficilmente catalogabile, lontano dai partiti. La pace era la sua ossessione».
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