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Luoghi comuni e frasi fatte. Quel discorso da TikTok di Schlein
Oggi 24-04-25, 07:42
Ci sono momenti in cui la distanza tra le intenzioni e il risultato si fa imbarazzante. Il discorso di Elly Schlein ieri in Parlamento, in ricordo di Papa Francesco, ne è l'esempio più eloquente. Poteva essere l'occasione per dire qualcosa di vero, di profondo, di personale. Invece abbiamo assistito a un esercizio scolastico, un patchwork di luoghi comuni e frasi fatte, come se bastasse pronunciare parole di compassione per accreditarsi come interpreti del pensiero di un Papa che ha sempre rifiutato la superficie, pur nell'oggettiva confusione di molti messaggi portati avanti. Il Papa è morto, ma la politica per dirsi viva avrebbe bisogno di opposizioni capaci di leggere il tempo presente, non di inseguire il consenso dietro il paravento di una retorica dalla facile lacrimuccia, perché il tempo che viviamo è un tempo di sfide pericolose e violente. Schlein ha provato a mettersi in sintonia con l'eredità di Francesco, ma ne ha colto solo la scorza, non la sostanza: ridurre il pontificato di Bergoglio a un catalogo di buoni sentimenti significa tradirlo, non onorarlo. E invece ieri abbiamo ascoltato un discorso pensato per raccogliere consensi facili, come quelli che si costruiscono sui social, evitando accuratamente di dire qualcosa di scomodo. Un discorso buon per TikTok, altro che Parlamento. Nessun accenno, ad esempio, al fatto che i socialisti europei — il campo politico di Schlein — oggi sono tra i principali sostenitori del piano di riarmo dell'Unione proposto da Ursula von der Leyen. Una posizione distante anni luce da quella di Francesco, che, se vogliamo dirla tutta, ha più affinità con voci di destra del panorama politico europeo e italiano (Matteo Salvini e Giuseppe Conte in testa). Ma l'inadeguatezza di Schlein emerge anche nel confronto internazionale. Mentre il primo ministro britannico Keir Starmer, laburista come lei, propone di rendere pubblica la nazionalità degli stranieri che commettono reati (lo rivela la BBC, dovrebbe avvenire a fine anno) — assumendosi il rischio di una scelta controversa ma concreta — la leader del Partito Democratico preferisce rifugiarsi in una serie di piroette retoriche, nel tentativo di apparire in sintonia con un Papa che scegliendo l'appoggio incondizionato all'accoglienza di certo si colloca a distanza enorme dalla destra, ma finisce per essere respinto anche dai governanti di sinistra, evidentemente condizionati da una volontà popolare il cui sentimento in materia è chiarissimo. Un exit poll del Washington Post di novembre 2024 rivela che Trump ha vinto il voto cattolico nazionale con un margine di 15 punti percentuali, ottenendo il 56% contro il 41% di Kamala Harris. Se associamo questo dato al discorso di Schlein di ieri arriviamo facilmente ad una conclusione precisa: non solo la segretaria del Pd prova ad appropriarsi di un Bergoglio che non esiste, ma si rivela anche incapace di comprendere cosa c'è nella testa dei cattolici. Ci meritiamo un'opposizione migliore. Sul serio.
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