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Marattin: «La sinistra è contro tutto Renzi vegano o carnivoro Decida da che parte stare»
30-05-2025, 15:36
«È giusto partecipare a una manifestazione dove viene obbligata la linea? Rispetto a quanto accade in Medio Oriente, abbiamo un'altra impostazione, anche se non va tanto di moda. Motivo per cui preferiamo starcene a casa, piuttosto che accettare quanto non condividiamo». A dirlo Luigi Marattin, co-fondatore del partito liberaldemocratico. Ci sono, però, anche iniziative diverse di quelle promosse da Schlein e Conte? «Ho letto sui giornali di un'altra iniziativa il giorno prima, ma non ho capito se è alternativa a quella del “campo largo” (e in quel caso ci interessa) o è come il vegetariano che va a una grigliata di carne ma, per lavarsi la coscienza, prima fa un aperitivo vegano». Non ha paura di essere così additato tra i simpatizzanti di Netanyahu? «Sono il primo a dire che sua la politica non è giusta perché fa affidamento esclusivo allo strumento militare. Allo stesso tempo, però, non dimentico che Israele è stata una nazione aggredita fin dalle 24 ore successive alla sua fondazione, nel 1948. E poi ancora nel ‘56, nel '67 e nel ‘73. Ora viene aggredita da un'organizzazione terroristica, Hamas, in modo non diverso da quanto fece Al-Qaeda negli Usa nel 2001. Allora nessuno mise in dubbio il diritto delle liberaldemocrazie di difendersi». Sbaglia, dunque, chi se la prende con Israele? «Se prosegue solo con la guerra, non libera gli ostaggi rimasti in vita. E dovrebbe essere la priorità. Ma quando i terroristi ti attaccano devi rispondere. Non dimentichiamo, poi, che Hamas ha avuto la possibilità di governare un territorio e di evolvere politicamente, come l'IRA o il PKK. Ma ha invece scelto di cacciare i palestinesi moderati con le armi, e di usare i soldi non per fare scuole o ospedali, ma per costruire tunnel o infrastrutture per lanciare razzi. Noi siamo siamo con chi chiama Hamas “figli di cani” o meglio di chi chiede solo di vivere in pace in un proprio Stato». Posizione condivisa anche da molti riformisti del Pd… «Non capisco perché chi si ritrova su posizioni come queste, in politica estera come in politica economica, non abbia il coraggio di lasciare la Cgil e chi sfoggia la kefiah per formare un'offerta politica liberale, democratica e riformatrice. Vale sia per i riformisti del Pd, per Italia Viva, +Europa e, dall'altro lato, Forza Italia». Che idea ha, ad esempio, ha di chi su alcuni quesiti, al prossimo referendum, vota “sì” e su altri “no”? «Non mi faccio gli affari degli altri. Non capisco, però, come questi soggetti, qualora vincessero le elezioni, possano governare insieme con chi fa di tutto per cancellare il loro operato. Una cosa è fare opposizione, altro è guidare il Paese. Chi lo farà, ad esempio, il ministro del Lavoro? Chi difende il Jobs Act o chi vuole abolirlo?». Le posizioni antisemite di una certa sinistra, intanto, fanno il miracolo che non ti aspetti: rimettono insieme Renzi e Calenda... «Avendo già vissuto quella fase, mi consentirà di sorvolare. Il problema, piuttosto, è un altro: Italia Viva e +Europa sono nel campo largo, ma lo criticano a giorni alterni. Dovrebbero fare pace con loro stessi. Medesimo ragionamento lo potremmo fare per Forza Italia nel centrodestra. Se rivendica di non essere sovranista e populista, perché condivide un esecutivo con la Lega? Azione invece sembra voler rimanere autonoma dai poli, e pertanto ci interessa lavorare insieme».
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