s

Marche, il test è solo per il Pd. Ci mancava il sondaggio farlocco: Ricci in affanno, Schlein nel panico
Oggi 27-09-25, 11:02
La prima soffiata venne dal Nazareno: le Marche saranno determinanti. Fu proprio per incoraggiare l'eurodeputato che voleva lasciare Bruxelles dopo solo un anno di permanenza, che nacque la narrazione della Regione in bilico, «siamo avanti». Con quel paragone che è durato fino a pochi giorni fa, Ancona, il nostro Ohio. Poi Elly Schlein ci mise il carico da novanta, entusiasmo e spregiudicatezza: «Vinceremo 4-1, suoneremo la sveglia a Giorgia Meloni». Ieri si è inserita anche la grana del finto sondaggio, con tanto di esposto di Fratelli d'Italia. In pratica una finta rilevazione attribuita a Swg e diffusa da esponenti dem: «Evidentemente qualcuno, producendo una falsa carta intestata, lo ha inventato con l'intento di "spingere" Ricci», spiega Giovanni Donzelli. Ora che mancano una manciata di ore all'apertura dalle urne, il sogno si scolorisce, gli sguardi sono bassi. Ai giornalisti che confidenzialmente chiedono previsioni, la risposta è già indicativa dell'umore, «parliamo d'altro». Pesano le ammissioni dello stesso candidato, quell'area plumbea che ha accompagnato i comizi di chiusura della campagna elettorale. Il disegno che la segretaria del Pd aveva impostato era a suo modo coerente: politicizziamo al massimo il confronto con Francesco Acquaroli, il Governatore uscente e ricandidato dal centrodestra. La logica è quella dell'avviso di sfratto per Palazzo Chigi. Insomma tutto meno che le Marche. Poi certo ci fu l'inchiesta della procura di Pesaro che colpì il front man del campo largo, i distinguo di Giuseppe Conte, e le prime avvisaglie che provenivano da Roma. «Questo Ricci, sempre così spavaldo, sarà il candidato giusto?”, si chiedevano interdetti dalla minoranza dem. Per non dire dell'ambiguità di via di Campo Marzio: il leader del Movimento 5 Stelle dopo aver assolto l'eurodeputato, decide anche di cambiare passo. Se Elly si sgola, io mi faccio gli affari miei: una campagna da "separati" in casa Conte e Schlein, mai sul palco insieme, sempre a debita distanza, lo stesso film, amici mai. Un finale triste, da Regione determinante a trito meccanismo: l'ex Presidente del consiglio quando sente odore di sconfitta si trasforma in un uccel di bosco. E si prepara ad addebitarla sul conto della collega del Nazareno, quando sceglie lei, è questo che succede. Peraltro domenica si va al voto anche in Valle D'Aosta, con l'Union Valdotaine che spera di dare ancora una volta le carte ed il centro destra che elezione dopo elezione cresce. Con Giorgia Meloni che in un video messaggio incita: «Per la prima volta il centrodestra guidato da Fratelli d'Italia si presenta unito, in una coalizione forte con una lista civica che arricchisce la nostra squadra. È l'occasione di voltare pagina». Tornando nelle Marche ieri l'ultimo giorno di comizi ha rispettato il copione di questi mesi: Ricci parla di Medio Oriente, Acquaroli della Regione che governa da cinque anni. Il candidato di centrodestra ieri ad Ancona con il ministro Orazio Schillaci, e poi con il collega Francesco Lollobrigida e il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, è rimasto sui temi locali: «Abbiamo rimesso la Regione al centro delle dinamiche nazionali e internazionali». L'ex sindaco di Pesaro invece ha usato la residua cartuccia, inventandosi il «treno per Gaza» e già che c'era ha rilanciato: «C'è grande mobilitazione, testa a testa fino alla fine». Poi senza titubanze: «Si vota per le Marche e per la Palestina, per dire che saremo una regione popolare coi piedi per terra ma con la testa del mondo». La sua nel frattempo sarà sicuramente a Bruxelles.
CONTINUA A LEGGERE
6
0
0