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Maria Rosaria Boccia alla Albanese: "Non farti usare dall'opposizione"
09-10-2025, 08:06
«L'adorazione è un prestito che si revoca, il rispetto è un capitale che si costruisce nel tempo. Io non ho mai avuto contatti con la sinistra, né ho chiesto aiuti a nessuno, ma sono stata ugualmente utilizzata, e ho imparato sulla mia pelle che, se non resti vigile, diventi strumento di chi non ha argomenti. Per questo dico all'Albanese di turno, stai attenta, non cadere nella trappola. Non farti usare dall'opposizione solo perché serve una bandiera momentanea. Rimani libera, come ho fatto io». Dopo mesi di silenzio, torna a parlare Maria Rosaria Boccia. Possiamo dire che in due giorni ha fatto meglio dell'opposizione in due anni? «È un'affermazione che molti hanno condiviso, anche autorevoli commentatori come Padellaro. In due giorni, con un cellulare e un profilo social, ho messo in crisi un governo. Le opposizioni, in due anni, non sono riuscite a farlo. Io ho solo acceso un riflettore su una verità scomoda, con strumenti semplici, ma efficaci. Se questo è fare opposizione, allora sì ho fatto meglio». Non è che l'alternativa degli hashtag e delle storie su Instagram funziona meglio dei vecchi apparati della sinistra, considerando che Meloni continua a vincere? «Meloni vince perché non c'è alternativa credibile. Nessuno la contraddice. Ma appena qualcuno scende in campo, come ho fatto io, il governo va in crisi. Non basta avere gli hashtag. Serve un'idea, un progetto. Il mio intervento non è stato decorativo, ma destabilizzante. Ecco perché ha funzionato più di tanti tentativi istituzionali di opposizione. I social non sono frivolezza, ma strumenti che, se usati bene, possono smascherare il potere». Ha mai pensato di candidarsi, a partire dalla sua Campania? «Non credo nella candidatura fine a sé stessa. Serve un progetto vero, capace di rilanciare l'Italia e abbattere l' “amichettismo”. Se qualcuno mi proponesse un progetto ambizioso di rinascita nazionale, che smantelli l'amicizia politica, che dia primato al merito, che non ripeta il cliché delle clientele, lo prenderò in considerazione. Se quel progetto partisse dalla Campania, ne sarei orgogliosa». Non si è mai sentita utilizzata da chi voleva sfruttare il suo carisma per indebolire l'avversario del momento? «Tutti ci hanno provato, ma non l'ho permesso a nessuno. Come ha detto Francesco Specchia, sono sempre stata io a dirigere il gioco. Nel mondo della comunicazione puoi avere mille titoli, ma se non ti aggiorni e non capisci i nuovi linguaggi, sei fuori. Ho solo anticipato i tempi». Nasce questo strano connubio Boccia–Bandecchi. Cosa ha trovato nell'ex sindaco di Terni che l'ha affascinata? «Ho conosciuto il presidente Bandecchi a Pompei. Mi ha colpito la sua gentilezza e l'equilibrio tra garbo e forza istituzionale. Lo ringrazio per il coraggio con cui ha scelto di pubblicare il mio libro: è un gesto libero e per nulla scontato». La sua simpatia per l'influencer Di Crescenzo ha fatto discutere. Perché la ritiene migliore di tanti leader? «In realtà non l'ho mai definita “migliore”. È stato un esperimento sociale: lei e la premier hanno origini simili, dal Pallonetto e dalla Garbatella. Volevo mostrare che non conta dove nasci, ma la voglia di arrivare. Non condivido il suo modo di comunicare, ma rispetto la sua autenticità. Preferisco chi sbaglia ma è vero, a chi predica bene e razzola male. Il dissenso è intelligenza, la ferocia è povertà». Che consiglio darebbe a chi vuole costruire un'alternativa capace di mettere in difficoltà questa maggioranza? «Per mettere in difficoltà questa maggioranza serve poco: tenacia e verità. Basta rompere il silenzio della stampa compiacente e dire ciò che tutti vedono, ma tacciono. Se la politica tornasse merito e coraggio, non servirebbero hashtag, né apparati. Si asfalterebbero da soli».
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