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"Materiale esiguo", i dubbi di Bruzzone sulla svolta di Garlasco
Oggi 12-03-25, 16:19
Una vera e propria svolta o una bolla di sapone? È questo l'interrogativo che emerge dalla riapertura del caso di Garlasco, con l'iscrizione nel registro degli indagati di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi mentre Alberto Stasi è in carcere, condannato per omicidio per i fatti del 13 agosto 2007. La criminologa Roberta Bruzzone nel corso della puntata di martedì 11 marzo di Ore 14, il programma di Milo Infante su Rai 2, commenta le notizie appena uscite. "Anni fa la difesa di Stasi con una serie di indagini difensive aveva sollecitato un'ipotesi alternativa a quella di Alberto puntando proprio su questo indagato e all'epoca il gip archiviò il procedimento sostenendo che si trattasse, vado a memoria, di un grossolano tentativo di scagionare Alberto Stasi"; commenta Bruzzone. "Forse però tanto grossolano potrebbe non essere a questo punto", aggiunge. In seguito è emerso che la difesa del 37enne ha compiuto nuovi esami e sostiene che potrebbe essere di Sempio uno dei due Dna trovati sotto le unghie di Chiara Poggi e per questo ora è accusato di omicidio in concorso con ignoti o con l'allora fidanzato, Stasi, l'unico condannato per quel delitto che adesso valuta di chiedere la revisione del processo. La difesa di Stasi parla di una traccia di Dna "straleggibile" diversamente dal genetista Francesco De Stefano il quale, incaricato dagli inquirenti di analizzare alcuni reperti della vittima, aveva sostenuto di essere di fronte ad una prova "contaminata". La rinnovata valutazione, complice la nuova tecnologia nel campo della genetica, sembra ora aver convinto la Procura di Pavia che ha fatto una propria consulenza ed è tornata ad approfondire la posizione di Sempio, il quale aveva fornito lo scontrino di un parcheggio di Vigevano per la mattina del delitto. Dopo una prima "bocciatura" del gip a riaprire il fascicolo già archiviato è stato un secondo giudice per le indagini preliminari (dopo una sentenza della Cassazione). Bruzzone si chiede se i reperti siano ancora accessibili: "Vengono conservati fino a quando si determina l'ultimo grado di giudizio, non è che le procure hanno l'obbligo di conservare i campioni. Di solito si dà il via alla distruzione perché quando la vicenda si conclude a livello giudiziario si attende un po' ma di solito c'è questo tipo di decisione. Qui bisogna capire se questi campioni sono ancora disponibili per rinnovare determinati concetti". In ogni caso, è il dubbio della criminologa, "le tracce già all'epoca erano molto esigue, tant'è che fu proprio questo uno dei problemi sull'attribuzione della traccia genetica a Sempio. C'erano indicatori di comunanza, ma non sufficienti per fare un'attribuzione, ma già all'epoca il materiale era estremamente esiguo, quindi che oggi si possa rinnovare la ricerca direttamente sul campione è una possibilità, ma non di quelle granitiche... Bisogna vedere, la Procura evidentemente ritiene di poterci fare qualcosa con questa informazione, perché se c'è una richiesta formale, quindi c'è una accusa, è chiaro che l'iscrizione nel registro degli indagati ci può stare a prescindere dalla fondatezza o meno". Insomma, la strada della riapertura del caso appare "in salita perché la disponibilità di tracce era esigua all'epoca, figuriamoci adesso".
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