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Mattarella e Meloni con il Consiglio supremo della Difesa: pieno sostegno e nuovi aiuti all'Ucraina
Ieri 17-11-25, 21:50
Una riunione fiume, che va avanti per oltre tre ore, e che serve - anche dopo i distinguo arrivati negli ultimi giorni dentro la maggioranza - a ribadire in modo chiaro e netto la posizione dell'Italia sullo scacchiere internazionale. Sergio Mattarella riunisce al Quirinale il Consiglio Supremo di Difesa e analizza insieme al Governo i principali dossier di politica estera. Con lui, tra gli altri, oltre alla premier Giorgia Meloni, ci sono il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani; il titolare dell'Interno, Matteo Piantedosi; il ministro della difesa, Guido Crosetto; il titolare dell'Economia, Giancarlo Giorgetti; il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso; il Capo di Stato maggiore della difesa, Generale Luciano Portolano. Seduti attorno al tavolo, insomma, ci sono i rappresentanti di tutte le forze politiche che sostengono il Governo. Ci sono anche i leghisti, anche se non Matteo Salvini, il più netto nell'invitare a riflettere su possibili nuovi invii di armi a Kiev. E' proprio dall'Ucraina che Mattarella, Meloni e i ministri avviano la riunione: osservano "con preoccupazione l'accanimento della Russia nel perseguire, ad ogni costo, i propri obiettivi di annessione territoriale"; mettono in luce i bombardamenti su Kiev, le numerose vittime, le "gravi" interruzioni energetiche: "il prezzo sostenuto dalla popolazione è sempre più pesante e iniquo". Ecco perché - si legge nel comunicato diffuso al termine della riunione - il Consiglio conferma "il pieno sostegno italiano all'Ucraina nella difesa della sua libertà" e "in questo senso si inquadra il dodicesimo decreto di aiuti militari", che verrà presentato il prossimo 2 dicembre da Guido Crosetto in Copasir. Fondamentale, per Mattarella e il Governo, rimane la partecipazione alle iniziative dell'Ue e della Nato di sostegno a Kiev e il lavoro per la futura ricostruzione del Paese. Non solo. C'è anche l'impiego di droni messo in campo da Mosca, violando lo spazio aereo della Nato e dei Paesi sul fronte est, che se da un lato conferma "la prontezza dell'Alleanza Atlantica", dall'altro evidenzia "la necessità per l'Europa di adeguare le capacità ai nuovi scenari attraverso la definizione di progetti d'innovazione come quelli contenuti nel Libro bianco per la difesa 2030". Sul fronte mediorientale, il Consiglio valuta "positivamente" il raggiungimento del cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi, anche se resta la "preoccupazione" per gli episodi di violenza che causano ancora tante vittime civili. "Va ribadito - recita il comunicato del Csd - che i sentimenti suscitati dagli avvenimenti a Gaza non possono confluire in quello ignobile dell'antisemitismo che oggi appare talvolta riaffiorare". Per arrivare a una pace duratura, poi, è necessario "un approccio regionale e multilaterale", capace di garantire il disarmo di Hamas e l'attuazione del piano di pace di Sharm el-Sheikh, "mantenendo il rispetto del cessate il fuoco da ambo le parti, con l'obiettivo finale di giungere alla conclusione dell'occupazione militare delle forze israeliane nella Striscia di Gaza e di avviarne la ricostruzione". In questo senso, l'Autorità nazionale palestinese, come detto da Mattarella direttamente ad Abu Mazen nei giorni scorsi, rimane "un interlocutore fondamentale per l'Italia e la Comunità internazionale" e "il riconoscimento e la realizzazione della soluzione 'due popoli due Stati'", resta l'unica soluzione possibile. Anche nel Sud del Libano, il quadro di sicurezza "continua ad essere fragile" anche a causa del "ripetersi di inaccettabili attacchi da parte israeliana al contingente di UNIFIL, attualmente a guida italiana" e "ineludibile" resta garantire la sicurezza della Linea Blu. Il Csd affronta poi i dossier Sahel, Sudan, Balcani, Mediterraneo. L'ultima parte della riunione, però, viene dedicata ai "gravi rischi" che derivano dalla "minaccia ibrida proveniente dalla Russia e da altri attori stranieri ostili": una sfida, così viene definita, "complessa per la sicurezza dell'Europa e dell'Italia nonché per l'integrità dei processi democratici". Preoccupante il quadro che deriva dalla manipolazione dello spazio cognitivo, "attraverso campagne di disinformazione, interferenze nei processi democratici, costruzione di narrazioni polarizzanti e sfruttamento delle piattaforme digitali per indebolire la fiducia nelle istituzioni e minare la coesione sociale". A ciò si affiancano le operazioni cyber "che possono avere come obiettivo le infrastrutture critiche, reti sanitarie, sistemi finanziari e piattaforme logistiche, con il fine di causare interruzioni, ritardi, frizioni e sfiducia sistemica". Il Consiglio condivide quindi la necessità "di mantenere alta la vigilanza sulla tutela delle infrastrutture critiche nazionali, nella difesa contro gli attacchi cyber e nella dimensione cognitiva". L'insieme di queste minacce, e la consapevolezza di Mattarella, Meloni e i ministri, "rappresenta una sfida alla quale occorre reagire con necessaria tempestività e capacità, anche attraverso la definizione di nuovi strumenti".
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