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Meloni a Washington per convincere Trump: "Fase complessa e in evoluzione"
16-04-2025, 22:04
È una "fase tanto complessa quanto in rapida evoluzione, nella quale è necessario ragionare con lucidità, lavorare con concretezza, lavorare con pragmatismo". Giorgia Meloni atterra a Washington con una valigia piena di prudenza e temi accuratamente concordati sia nel governo che con la Commissione europea. Al tavolo con Donald Trump cercherà di convincere il tycoon della bontà delle offerte europee, a cominciare dall'azzeramento dei dazi sui prodotti industriali, auto comprese. In cambio c'è la promessa di più acquisti di armi - e componenti - americane, ma anche di più GNL targato Usa, la cui quota è in ascesa dopo l'abbandono del gas russo. Sui dazi la premier non potrà parlare a nome dell'Ue, anche se potrà rilanciare la posizione già espressa dalla Commissione, che ha competenza esclusiva in materia, e in qualche modo porsi come una mediatrice con ottime chance visto il favore di cui gode presso il presidente Usa. La presidente del Consiglio è stata in costante contatto con la numero Uno della Commissione europea, Ursula von der Leyen, con la quale ha avuto anche una chiamata martedì sera. "La competenza negoziale spetta alla Commissione ma qualsiasi contatto con l'amministrazione statunitense è ben accetto", precisa una portavoce dell'Esecutivo Ue. Le trattative sono in salita e il rischio del 'no deal' è dietro l'angolo, ma c'è ancora molto tempo per trattare. Di certo la premier porterà alla Casa Bianca anche altri temi, più prettamente italiani, come la spinta al 'buy American' o l'internazionalizzazione della produzione di aziende italiane negli Usa, o la promessa a spendere di più nella difesa, oltre al raggiungimento dell'obiettivo del 2% ormai alla portata di mano. Difficile seguire gli Usa sulla proposta di arrivare al 5% al vertice Nato di fine giugno, puntando probabilmente a chiudere al 3%, un target già molto ambizioso su cui l'Italia non potrà fare molto in tempi brevi. Sulla modifica della legislazione europea sugli standard fitosanitari, della sicurezza alimentare e le regole del digitale, non si potrà fare molto. Non sono temi negoziabili per l'Ue. L'incontro avrà certamente anche un carattere più prettamente politico, visto che tra i leader europei Meloni è quella più vicina a Trump e non si esclude che la premier possa chiedere una benedizione Usa o più graditi consigli per rimanere in sella nei prossimi anni. La premier dovrà tuttavia considerare l'imprevedibilità dell'inquilino della Casa bianca ed evitare ogni trappola. Secondo il Wall Street Journal, l'amministrazione Trump intende utilizzare le trattative in corso sui dazi per fare pressione sui partner commerciali degli Stati Uniti affinché limitino i loro rapporti con la Cina nel tentativo di isolarla. Quella di Trump è una guerra che vedrà ancora molti combattimenti, dentro e fuori il Paese. Ora si è acceso un altro fronte interno: la California farà causa per contestare i dazi doganali introdotti e bloccarli, ha annunciato il governatore, il democratico Gavin Newsom, che sottolinea che le tariffe stanno facendo aumentare i prezzi e minacciando i posti di lavoro in California.
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