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Meloni all'assemblea Cisl, la stoccata a Landini: "Visione tossica"
Ieri 11-02-25, 14:31
“Rfondare la dinamica tra impresa e lavoro, superando una volta per tutte quella tossica visione conflittuale che anche nel mondo del sindacato qualcuno si ostina ancora a sostenere”. Nell'assemblea dei quadri e delegati della Cisl la premier Giorgia Meloni ha trattato il tema irrinunciabile del rapporto tra impresa e lavoro e ha rimarcato l'importanza di una collaborazione costruttiva tra governo e parti sociali. Una stoccata evidente alla Cgil di Maurizio Landini, che al contrario continua ad aizzare la "rivolta sociale", parole di Landini, infiammando il clima nel paese. “Innovare il nostro modello economico e produttivo significa rifondare la dinamica tra impresa e lavoro - ha detto Meloni -, superando una volta per tutte quella tossica visione conflittuale che anche nel mondo del sindacato qualcuno si ostina ancora a sostenere”, ha spiegato. La premier ha sottolineato la necessità di “una nuova alleanza tra datori di lavoro e lavoratori, fondata sulla condivisione degli oneri e degli onori”. "Tra i problemi dei quali ci siamo occupati c'è stata la principale delle questioni che è la questione del lavoro, forse l'assoluta priorità che questo governo ha individuato nel proprio lavoro. Lo dimostra la mole di iniziative che abbiamo portato avanti per incentivare le assunzioni, per sostenere le imprese che creano occupazione, per mitigare alcune rigidità del mercato del lavoro senza che questo facesse venire meno le tutele per i lavoratori. Lo dimostrano i risultati certificati dall'Istat con il record di occupati, di occupazione femminile, di lavoratori stabili, diminuzione dei contratti precari, tasso di disoccupazione ai minimi dal 2007", ha detto ancora la premier all'Assemblea della Cisl a Roma. "E poi - ha aggiunto - la pur non sufficiente inversione di tendenza sull'aumento dei salari dei lavoratori. Abbiamo considerato prioritario sostenere il potere d'acquisto, in particolare dei lavoratori che avevano i redditi più bassi, lo abbiamo fatto detassando i premi di produttività, i fringe benefit, ma soprattutto investendo la parte più cospicua delle risorse limitate che avevamo a disposizione per tagliare fino a 7 punti il cuneo, prima contributivo, poi fiscale. Quando ci insediammo si diceva che non saremmo riusciti a confermare il taglio del cuneo che era stato previsto dal governo precedente, le cose non sono andate così, lo abbiamo confermato, lo abbiamo fortemente potenziato, lo abbiamo reso strutturale, che era una rivendicazione del sindacato"
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