s

Meloni missione 2027: "Pronta a ricandidarmi. Dell'antifascismo si fa un uso strumentale"
Oggi 03-05-25, 07:38
All'indomani del Primo maggio Giorgia Meloni lancia l'operazione 2027. La premier elogia, in una intervista all'Adnkronos, i risultati ottenuti dal suo governo che, ricorda, «è il quinto più longevo della storia repubblicana». Meloni vuole «realizzare per intero il programma del centrodestra» per potersi ripresentare «agli elettori dicendo la cosa più banale su cui i politici andrebbero giudicati: ve lo avevamo promesso, lo abbiamo fatto». Il risultato più importante? «È sentir dire a molti italiani che hanno ritrovato un po' di fiducia e di orgoglio». Meloni ammette che ci sono dossier su cui «i risultati sono insufficienti», «vorrei poter ottenere sulla natalità gli stessi straordinari risultati che abbiamo ottenuto sul fronte dell'occupazione e su quello del contrasto all'immigrazione irregolare». Fra le cose ancora da fare Meloni cita le bollette ancora troppo alte, «bisogna trovare il modo di abbassare strutturalmente il costo dell'energia in Italia» ricorda. Obiettivo principale prima che finisca il suo primo governo è il premierato, «la madre di tutte le riforme». Il lavoro resta al centro della polemica politica. Da una parte, il centrodestra si stringe attorno alla premier, che rivendica i risultati dell'esecutivo su salari e occupazione. Dall'altra, le opposizioni insistono sugli ultimi dati pubblicati dall'Istat e accusano la presidente del Consiglio di mentire. A scatenare lo scontro politico le parole di Meloni sui salari reali, che «crescono», con una «tendenza cambiata da ottobre 2023», ai dati sull'occupazione. «In due anni e mezzo sono stati creati oltre un milione di posti di lavoro», sottolinea in un post per la Festa dei Lavoratori. Meloni dice la sua anche sulle condizioni di salute dei media: «Chiunque legga i giornali e accenda la televisione sa bene che non mancano le voci critiche nei confronti del governo». Mentre rifugge «dall'utilizzo strumentale della categoria dell'antifascismo, che purtroppo storicamente non si manifestò soltanto nell'opposizione alla dittatura». E continua «da molto tempo a destra non c'è nessun imbarazzo a condannare ogni forma di dittatura e di violenza politica, cosa che purtroppo la sinistra non riesce ancora a fare». Ricordando Papa Francesco e le sue molteplici visite in carcere la premier fissa gli obiettivi sul tema penitenziari: «Il piano del Governo è di arrivare a fine legislatura con una capienza delle carceri aumentata di 7mila unità, ma fermo restando che occorre trovare le risorse il mio intendimento sarebbe arrivare a 10mila». Grande spazio anche agli «alleati» europei e non. Con gli Usa, in particolare, l'Italia è leale «ma senza subalternità». Mentre si è detta «molto soddisfatta del fatto che la Commissione abbia accolto molte proposte dell'Italia, dalla rimodulazione del Pnrr alle politiche migratorie». Intanto, dalle opposizioni arrivano le stoccate verso il governo. Il Primo maggio sono i leader del centrosinistra a scendere in campo per attaccare la premier. Da Elly Schlein, che scende in piazza con la Cgil, a Giuseppe Conte, passando per i leader di Avs Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Nonostante le diverse sfumature, i diversi partiti concordano su un punto: Meloni «mente agli italiani». E sono i dati che arrivano dall'Istat a rinfocolare lo scontro. Con i dem in prima linea. «I lavoratori italiani - dichiara il capogruppo del Pd al Senato Francesco Boccia - a marzo 2025 hanno guadagnato l'8 per cento in meno rispetto allo stesso periodo del 2021, non lo afferma il Pd ma l'Istat. Invece di negare la realtà e di raccontare bugie, Giorgia Meloni trovi il coraggio di venire in Parlamento a discutere della nostra proposta sul salario minimo». Duro anche il commento del M5S: «Il balzo in avanti della disoccupazione registrato dall'Istat a marzo con l'aumento dell'1,6% di quella giovanile, unitamente ai salari sempre più stagnanti, fa ben comprendere quanto la narrazione di Meloni e del suo governo sia farlocca», incalza la capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Lavoro alla Camera Valentina Barzotti. E il leader di Italia Viva Matteo Renzi non rinuncia alla bordata verso l'esecutivo. «Il governo si prende il merito dei posti di lavoro aumentati, commenta - ma di chi è la colpa allora del boom di emigrati e dell'aumento delle persone in fila alla Caritas?». E da Italia Viva Raffalla Paita rincara la dose: «Non c'è stata nessuna inversione di tendenza, anzi, con il governo Meloni l'unica cosa che è aumentata sono le tasse».
CONTINUA A LEGGERE
8
0
0