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Migranti ospiti dei romani, Rizzo: "Sinistra serva del padrone, li prendano loro in casa"
Oggi 07-09-25, 07:53
L'iniziativa del sindaco di Roma Roberto Gualtieri – che invita i cittadini a ospitare un migrante gratuitamente nelle proprie case- ha sollevato critiche da più parti. Tra le voci più dure, quella di Marco Rizzo, coordinatore nazionale di Democrazia Sovrana Popolare, che non risparmia accuse né al primo cittadino dem, né a quella che definisce «una sinistra ormai mutata geneticamente e senza più radici popolari». Rizzo va dritto al punto: «Questa sinistra non dovrebbe esistere». E rincara la dose attaccando esponenti di Avs e Pd che hanno partecipato a Milano alla manifestazione a sostegno del centro sociale Leoncavallo: «È solo un'operazione di marketing politico per raccattare voti». Rizzo, Gualtieri chiede ai romani di aprire le loro case ai migranti. «Siamo di fronte a proposte stupefacenti e surreali. Io voglio vedere l'elenco: Gualtieri, Gassman, Cirinnà, Boldrini, Fratoianni... vediamo se loro ne ospitano uno. Scommetto di no. È facile fare i generosi con le case e i soldi degli altri. È l'ipocrisia totale. In Spagna, una politica di sinistra si prese una marocchina in casa: dopo una settimana, oltre a maltrattare la proprietaria, l'immigrata si tenne la casa, cacciando via la politica. Ecco il loro modello di accoglienza». Perché questa sinistra insiste con l'«open society»? «Perché obbedisce agli ordini del padrone: il sistema globalista. Le multinazionali e la grande finanza vogliono un esercito industriale di riserva: disperati pronti a lavorare per meno, così da abbattere i diritti e i salari dei lavoratori italiani. È un progetto di annientamento sociale che punta a cancellare la libertà dei popoli e a ridurrei cittadini a semplici consumatori. Per loro siamo superflui, la società deve servire solo ai loro interessi privati». In Italia cresce la presenza dell'islamismo. «Non ho pregiudizi religiosi, ma mi indigna l'ipocrisia. L'Occidente ha devastato i Paesi islamici in nome della "democrazia" per rubarne le risorse. Ora qui arrivano milioni di persone che pretendono zone franche e dispiegarci come vivere. Provate voi a entrare alla Mecca col crocifisso: impossibile. Se governassi io, sarei cento volte più duro della Meloni. Chi viene in Italia deve rispettare le nostre tradizioni, la nostra cultura e le nostre regole». A Milano, esponenti Pd e AVS hanno sfilato per il centro sociale Leoncavallo? «È solo un'operazione di marketing politico per raccattare voti. Una farsa. Io ai centri sociali ci sono stato negli anni'70, quando erano davvero luoghi di aggregazione giovanile e proletaria, palestre politiche. Oggi sono un'altra cosa. C'è stata una mutazione genetica della sinistra: da Enrico Berlinguer siamo passati a Elly Schlein sul carro del Gay Pride. Questa sinistra è bene che scompaia». La sua alternativa? «Noi il 26 settembre scenderemo in piazza a Roma per una grande manifestazione, "Via Ursula", senza simboli di partito ma solo bandiere italiane. L'obiettivo è mandare a casa la von der Leyen e uscire dall'Ue, questa gabbia antidemocratica. Sarà una piazza di cittadini italiani che vogliono riprendersi la propria sovranità». Lei è molto critico con la Rai e i media come lei stesso definisce mainstream. «Perché sono un sistema di propaganda. La Rai non mi dà mai spazio, mi censura, eppure la paghiamo tutti con il canone. Io dico sempre: per capire le notizie, basta capovolgere il significato di quello che dicono. Oggi con i social network arrivo a milioni di persone ogni mese, molto più di un tg». Col suo ultimo libro, «Una biografia di periferia», che messaggio lancia? «È un po' il mio testamento politico. Racconto la mia vita, ma anche la storia di un Paese tradito: la caduta di Prodi, l'Europa, le svolte traditrici della sinistra. Parlo di patriottismo, che non è nazionalismo ma difesa della dignità del popolo. È un invito a una politica che restituisca protagonismo agli italiani, contro questa sinistra globalista che ha perso se stessa e venduto il suo popolo».
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