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Minniti sulla Libia è ancora più netto di Meloni. Ed esalta il piano Mattei
04-02-2025, 10:08
Sulla Libia l'ex ministro dell'Interno e presidente della fondazione Med-Or, Marco Minniti, è ancora più duro della premier Giorgia Meloni. «La Libia è strategica», afferma Minniti, in una intervista al Corriere della Sera. «Primo: è la base più avanzata dei trafficanti di esseri umani. Secondo: vi si gioca una partita energetica essenziale, come si è visto nella vicenda ucraina. Terzo: l'Africa è il principale incubatore di terrorismo internazionale e solo qualche anno fa la capitale moderna della Libia, Sirte, era in mano allo Stato Islamico». Un'analisi schietta che farà sicuramente storcere il naso a qualche anima bella della sinistra. Nello specifico sul caro Almasri, l'ex ministro sottolinea: «Avrei utilizzato sin dall'inizio il tema della sicurezza nazionale: è netto. Ne imparai il senso nel 1998, vedendo che i tedeschi non ci chiesero l'estradizione dell'arrestato Ocalan, capo del Pkk curdo, benché avessero emesso per lui un mandato di cattura per terrorismo: c'erano in Germania le comunità turca e curda più importanti d'Europa, un processo avrebbe devastato la tenuta sociale». Vari i temi toccato nell'intervista. E sui centri per migranti in Albania afferma: «A situazioni strutturali non puoi opporre misure emergenziali. Devi coinvolgere i Paesi di partenza. Peraltro, gli accordi bilaterali, discutibili o meno, non solo con la Libia ma anche con la Tunisia o la Costa d'Avorio, hanno funzionato. Il rapporto con l'Africa è strategico». Sul Piano Mattei poi afferma: «È l'intuizione giusta. Concentrerei tutte le mie risorse finanziarie e politiche per farne un piano europeo». E sostiene che «siamo sull'orlo di un precipizio, bisogna saper parlare con il... nemico, ovvero con chi non gode della nostra approvazione politica, etica o morale. Sa qual è la differenza fra Almasri e il siriano Al Jolani con cui tutti vogliono parlare adesso? Al Jolani guida un Paese intero, cruciale: se apre la frontiera e c'è un nuovo grande flusso di siriani verso di noi, l'Europa potrebbe non farcela».
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