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Molinari smonta Schlein: “Meloni non è estrema destra. Pd succursale del M5S"
Oggi 22-10-25, 18:51
Anche l'attentato a Sigfrido Ranucci è stato motivo di strumentalizzazione politica. Dalla solidarietà spiccia all'attacco di Elly Schlein a Giorgia Meloni dal palco del congresso del Pse di Amsterdam, nel quale la segretaria del Partito Democratico ha affermato che “la libertà è in pericolo con l'estrema destra al potere”, al conduttore di Report saranno fischiate le orecchie. Persino per Maurizio Molinari i Dem viaggiano sul binario sbagliato. L'editorialista de La Repubblica è intervenuto nello studio di Paolo Del Debbio analizzando l'indirizzo politico del Premier in questi primi tre anni di legislatura e confutando la tesi di Schlein: “A me ha colpito molto l'espressione ‘estrema destra'. Meloni in realtà si è staccata da quell'eredità del partito con cui ha vinto le elezioni”. L'ospite di “4 di Sera” ha portato a corredo della sua opinione le mosse del Premier in campo economico e geopolitico: “Il Premier ha governato sempre più al centro. I risultati di politica finanziaria, le intese in politica internazionale prima con Biden e poi con Trump, le convergenze al centro in Europa con Ursula von der Leyen. Che il tema sia l'Ucraina, il Medio Oriente o i dazi, di fatto Giorgia Meloni è stata protagonista di una politica euro-americana in completa sintonia con la tradizione bipartisan dei nostri governi dalla fine della Prima Repubblica, a cominciare da Mario Draghi”. La questione che Molinari mette in prima linea è: perché questa scelta di usare un linguaggio che “tende a schiacciare Meloni sull'identità originale”? Prova a darsi una risposta: “Probabilmente vorrebbero una rivincita di tre anni fa. Ma la Meloni è un altro personaggio politico, che si sta insediando nel centro che la sinistra sta abbandonando”. Infatti, per l'ex direttore del quotidiano fondato da Scalfari, il Pd “sta diventando una succursale del Movimento 5 Stelle”. Dall'opposizione, poi, Giorgia Meloni è stata ribattezzata in talmente tanti modi diversi tra loro che ormai dovrebbe averci fatto il callo. L'ultima uscita, che ha scatenato un dibattito anche di carattere semantico, è stata quella del segretario della Cgil Maurizio Landini, che ha definito la leader di FdI “cortigiana di Donald Trump”. “Secondo me questi atteggiamenti – dichiara Molinari – denotano più che altro la debolezza che accomuna Schlein e Landini”.
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