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Nathan e Catherine all'attacco: "Non è vero che abbiamo rifiutato una casa alternativa per la nostra famiglia"
Oggi 28-11-25, 08:59
Ogni passo è dettato da un unico obiettivo: «Il benessere psicofisico dei nostri splendidi bambini, che sono stati, sono e saranno il baricentro unico e indiscusso del nostro cammino». In una lettera inviata alla stampa Nathan e Catherine, i genitori della famiglia nel bosco, a Palmoli, in provincia di Chieti, provano a spiegare il loro punto di vista, in seguito all'allontanamento dei tre bambini come disposto dal Tribunale per i minorenni dell'Aquila. I due evidenziano di non aver «mai rifiutato» il supporto di enti pubblici e privati che hanno offerto loro aiuto, nell'attesa che quella casa in cui vivono fosse adeguata alle esigenze di una famiglia con tre bambini. «Ancora questa mattina (ieri ndr) continuiamo a leggere che saremmo testardamente arroccati su posizioni intransigenti e rigide e che staremmo rifiutando il supporto di istituzioni e privati che mettono a nostra disposizione abitazione alternative. Non è assolutamente vero - scrivono - Ribadiamo con assoluta fermezza che è falso quanto si dice in ordine a un nostro rifiuto sull'aiuto offerto dal sindaco e da privati per una abitazione alternativa in attesa della ristrutturazione della nostra casa". Solo due giorni fa, spiegano, hanno ricevuto il fascicolo del tribunale nella loro lingua, l'inglese. «La difficoltà nel parlare e comprendere la lingua italiana, in particolare i tecnicismi legati agli aspetti giuridici - sottolineano - ha certamente costituito un problema enorme nella possibilità di interloquire correttamente e di cogliere le dinamiche processuali di e ciò che stava succedendo. Solo due giorni fa, e per la prima volta, siamo stati posti nella condizione di leggere in lingua inglese la ordinanza che è stata emessa e quindi di comprenderla nella sua interezza». E una volta compreso quel provvedimento, «insieme con i nostri nuovi difensori» gli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas, «siamo pronti a condividere il fine del fascicolo del Tribunale». Anche perché, nelle loro parole, «siamo nella piena coscienza di non avere di fronte un antagonista ma una Istituzione che come noi, siamo certi, ha a cuore la salvaguardia e la tutela dei nostri bambini. Quindi abbiano un fine comune». «Ogni nostra scelta, ogni nostro passo compreso il trasferimento in questa straordinaria Terra che ci ha accolti, è stato orientato al benessere psicofisico dei nostri splendidi bambini, che sono stati, sono e saranno il baricentro unico e indiscusso del nostro cammino». E il sindaco di Palmoli, nel confermare che la famiglia nel bosco ha rifiutato più volte una casa offerta dal Comune, si è detto soddisfatto alla notizia che Nathan e Catherine si sarebbero detti disponibili ad accettare un'abitazione gratuita lontana dal bosco. «Vediamo la possibilità di arrivare in tempi brevi al ricongiungimento familiare. Siamo molto felici di questa comunicazione, ha detto Giuseppe Masciulli aggiungendo che comunque «l'ultima parola spetta al tribunale». E nel frattempo, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha confermato che «stiamo facendo degli accertamenti e alle verifiche seguiranno le determinazioni del caso». «Ci tengo a dire che fino ad ora non e' stato inviato alcun ispettore - ha precisato Nordio - Si tratta di controlli preliminari a una valutazione complessiva, poi vedremo gli sviluppi. Gli accertamenti potranno portare a chiudere la vicenda o a proseguire nelle verifiche ha spiegato - È un'attività normale e fisiologica».
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