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Notre Dame riapre davanti ai leader. Stretta di mano tra Trump e Zelensky
07-12-2024, 22:02
Cinque anni dopo il devastante incendio che tenne il mondo con il fiato sospeso, Parigi ha riaperto le porte della Cattedrale di Notre Dame, restituita alla sua bellezza con un complesso lavoro di restauro che ha coinvolto duemila persone. Per l'occasione il presidente Emmanuel Macron, nonostante la Francia attraversi una complicata crisi istituzionale dopo la caduta del governo Barnier, ha celebrato il gioiello ritrovato accogliendo i big del mondo. Un'emozionante cerimonia di riapertura con la partecipazione di circa 1500 gli ospiti, tra autorità francesi, capi di Stato, personalità religiose. A Parigi sono arrivati, tra gli altri, il presidente eletto degli Usa Donald Trump, l'attuale First Lady Jill Biden, il principe britannico William, il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, la premier Giorgia Meloni, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, applauditissimo al suo ingresso. A sorpresa, anche Elon Musk. Nonostante l'invito, assente Papa Francesco che però ha inviato un messaggio, chiedendo che la rinascita di Notre Dame «costituisca un segno profetico di rinnovamento della Chiesa in Francia». In apertura di cerimonia, dopo che l'arcivescovo di Parigi Laurent Ulrich, con tre forti colpi ha riaperto simbolicamente le porte di legno, Macron ha espresso la «gratitudine della nazione francese verso tutti quelli che hanno salvato, aiutato e ricostruito Notre Dame», e ha ringraziato tutti i presenti «nel momento in cui ci prepariamo a restituirla ai cattolici, a Parigi, alla Francia e al mondo intero». L'obiettivo, ha aggiunto, «era ricostruire Notre Dame in cinque anni, ancora più bella». Non è mancata la doverosa standing ovation ai pompieri che nella terribile notte dei 15 aprile 2019 rischiarono la vita per domare le fiamme. Il maltempo che si è abbattuto su Parigi non ha rovinato i piani dell'organizzazione. La cerimonia che inizialmente sarebbe dovuta svolgersi all'esterno è stata spostata all'interno, a causa dei forti venti. Ma niente poteva scalfire il ritrovato splendore di Notre Dame, uno dei simboli della Francia nel mondo, e niente poteva più silenziare la grande campana della Cattedrale, che ha dato il via alla settimana di celebrazioni. Una sfida difficile, ma che il presidente francese ha sostenuto con grande ambizione e, alla fine, vinto. E a impreziosire la giornata, da lui definita «storica», c'è stato l'incontro trilaterale, dalla durata di circa mezz'ora, con Trump e Zelensky all'Eliseo. «Stati Uniti, Ucraina e Francia. Riuniti per Notre Dame. «Continuiamo i nostri sforzi congiunti per la pace e la sicurezza», ha commentato Macron. Zelensky ha parlato di incontro «proficuo» e ha ringraziato Trump, che ha trovato «risoluto, come sempre». I due leader si sono stretti la mano all'uscita dall'Eliseo. In un'immagine che, chissà, potrebbe segnare la svolta tanto attesa per la situazione in Ucraina.
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