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Garlasco, cosa non torna ai pm. La versione di Lovati sulle "indagini preventive"
Oggi 15-11-25, 08:51
È durata circa quattro ore l'audizione dell'avvocato Massimo Lovati, sentito come "persona interessata" dalla pm di Brescia Claudia Moregola nel fascicolo d'indagine sulla presunta corruzione legata al caso Garlasco. L'ex avvocato di Andrea Sempio ha ribadito quanto ripetuto fin dall'inizio, cioè di aver ricevuto soldi in nero (circa 15mila euro) dalla famiglia Sempio per il suo incarico. Un lavoro collegiale, con i legali Simone Grassi e Federico Soldani sentiti ieri sempre come testimoni, che ha portato nel 2017 all'archiviazione del 37enne, oggi nuovamente indagato per l'omicidio in concorso di Chiara Poggi. Al termine dell'audizione, Lovati - atteso all'esterno del Palazzo di giustizia di Brescia dal suo legale, l'avvocato Fabrizio Gallo - ha riferito di aver inteso che gli altri due ex avvocati di Sempio avrebbero confermato la sua versione. In un'intervista all'inviata di Quarto Grado all'usicta dal Palazzo di Giustizia, l'ex avvocato di Sempio ha anche spiegato che le consulenze della difesa di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l'omicidio della fidanzata, erano a disposizione di più persone nel dicembre 2016 e già ampiamente riportate dalla stampa. Per il reato di corruzione risultano indagati a Brescia l'ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, che chiese l'archiviazione poi sancita da un giudice, e Giuseppe Sempio (padre di Andrea, ndr), rispettivamente come corrotto e corruttore. Ecco cosa ha detto Lovati venerdì 14 novembre alla trasmissione condotta da Gianluigi Nuzzi su Rete 4. "È stata una bella giornata. Ho conosciuto dei magistrati che mi sembrano molto garanti, dei diritti. Mi hanno trattato egregiamente", ha detto l'avvocato. Le parcelle venivano pagate in contanti "allo studio Soldani-Grassi" ha detto Lovati che ha confermato che "fisicamente in macchina andava a Vigevano dallo studio Soldani a prendere la sua parcella". Cifre importanti: "Quello che passa il convento. In quel momento lì il convento era un convento ricco". Non ha pensato che arrivassero troppi soldi rispetto al lavoro richiesto? "L'ho pensato, ma che mi frega. Quando piove, lascia piovere". Col senno di poi Lovati si dice pentito di non aver fatturato quelle cifre, vista poi l'inchiesta che è stata aperta. L'avvocato asserisce inoltre di aver risposto a un sospetto in particolare dei magistrati. "Loro mi hanno fatto notare che il mio intervento difensivo" per scagionare Sempio "era iniziato in un momento in cui non c'era ancora un'indagine nel senso formale. Sempio Andrea non era ancora stato attinto da una richiesta di garanzia. Perché si ero mosso come se fosse indagato? Avendo saputo dalle fonti giornalistiche, che erano uscite subito il 24 di dicembre, io mi sono mosso e ho promosso delle indagini difensive private come permesso del codice di procedura penale". Insomma, indagini preventive dal momentio che aveva capito che il suo assistito sarebbe stato indagato. Secondo me il caso Garlasco è servito solamente come una sorta di grimaldello per un'indagine molto più ampia nei confronti dei magistrati"; osserva poi Lovati. che si dice certo che Venditti "non si lascerebbe mai corrompere".
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