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Papa Leone XIV, fra Bergoglio e l'Occidente con un occhio alla tradizione
Oggi 09-05-25, 09:55
E allora? Cos'ha prodotto il laicissimo (un voto a scrutinio segreto tra aventi diritto per scegliere il successore di Pietro, quanto di più "terrestre" si possa immaginare) rito del Conclave? Ha prodotto un Papa poliglotta, con una storia ammirevole di missionario prima e di vescovo poi (cardinale da pochissimo, lo nomina Bergoglio nel 2023) in Perù, ma anche solido esponente della curia, in quanto Prefetto del Dicastero per i Vescovi. Ma Prevost è anche molto altro ancora: dobbiamo tenerne conto per iniziare a ragionare su quale sarà il suo ruolo nello scenario internazionale. Tre elementi devono essere considerati a mio avviso. Primo: Prevost è americano del nord ed è cresciuto in una grande metropoli come Chicago, cioè una delle capitali dell'America ricca e forte che ha dominato il XXesimo secolo. Secondo: Prevost è figlio purissimo della media borghesia americana, con un padre mezzo francese e mezzo italiano veterano (Marina) della Seconda Guerra Mondiale, poi amministratore scolastico e appassionato catechista nella parrocchia di St. Mary of the Assumption di Chicago. E una madre laureata alla De Paul University nel 1947 e poi bibliotecaria, anch'essa molto impegnata nella vita della parrocchia. Terzo: sceglie di presentarsi al balcone della basilica di San Pietro indossando quella Mozzetta (la mantellina corta che copre le spalle del Papa, realizzata in velluto rosso e, un tempo, bordata di ermellino) rifiutata da Bergoglio come segno di una tradizione papalina incline al lusso ed alla ostentazione. Nell'insieme quindi si configura un Papa nel solco di Bergoglio su molti temi internazionali (il richiamo ripetuto alla parola «pace» ne è solida conferma), ma al tempo stesso un Papa figlio dell'Occidente culla originaria del Cattolicesimo, capace certamente di guardare ai nuovi mondi (l'ha fatto in prima persona nei lunghi anni peruviani), ma anche solido nel tenere dritta la barra di una tradizione che la Chiesa non deve vivere come un peso ma come una risorsa in più per affrontare la modernità (da qui la scelta di chiamarsi Leone XIV, ricordando l'ultimo Papa con quel nome e la sua fondamentale enciclica Rerum Novarum). Io penso che Prevost si batterà come un leone (appunto) per scongiurare i conflitti che minacciosi incombono sul mondo, ma penso anche che non seguirà Bergoglio nell'indicare l'Occidente come origine di tutti i mali dell'umanità. Certo, non sarà mai un Papa di guerra (ci sono stati) né un Papa pronto a giustificare le lotte di potere, ma dubito che farà scelte alla "Palestina Libera" del suo predecessore. È dunque un amico di Donald Trump? No, questo non si può dire. Ma due cose, invece, si possono dire eccome. La prima: il primo Papa made in USA della storia è lui, e arriva tre mesi dopo il ritorno di Trump alla Casa Bianca. La seconda: i rosiconi sulla foto "blasfema" del Tycoon vestito da Papa masticano amaro, anche se non lo ammetteranno mai.
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