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Pericolo estremisti alla piazza per Gaza. E il Pd affida i controlli alla Cgil della "rivolta"
Oggi 06-06-25, 08:20
La gestiremo, la presidieremo, la proteggeremo». Parole scelte con cura, quelle di Elly Schlein, in vista della manifestazione per Gaza, convocata domani a Roma in piazza San Giovanni. Già perché più si avvicina la sfilata con la kefiah, più crescono le preoccupazioni del Nazareno per l'ordine pubblico. «Chi può escludere la presenza di facinorosi?», ragionano dalla cabina di regia che sta seguendo l'organizzazione della giornata. Motivo in più per mettere in campo un efficace servizio d'ordine, grazie anche alla presenza occhiuta di personale della Cgil. La scelta di mettere il palco in piazza San Giovanni significa che i giallorossi (Pd, M5S ed Avs) si aspettano un fiume di manifestanti, pullman e treni speciali in arrivo da un po' dovunque. Chi è in grado di escludere vandalismi contro le bandiere di Israele e degli Stati Uniti o comunque lungo il tragitto che inizierà a muoversi da Piazza Vittorio alle 14? La segretaria dem sa che qualsiasi incidente le sarebbe addebitato, e la scelta di convocare la piazza per la Palestina da traino (per il referendum) diventerebbe automaticamente un boomerang. Un'altra brutta notizia per il “campo stretto” è la pioggia di disdette che sta arrivando dall'area di chi pensava di fare atto di presenza nella Capitale. E che vista la caratterizzazione della sfilata, se ne starà semplicemente a casa. Come l'ex deputata dem Paola Concia che scrive: «La manifestazione rischia di cadere nelle mani di slogan violenti, antisemiti, distruttivi». O Aurelio Mancuso, coordinatore romano di Sinistra per Israele: «La mancanza di ogni riferimento alla lotta contro l'antisemitismo è una decisione ingiustificabile». Ci si mette anche Carlo Calenda che vanta il moderatismo dell'iniziativa del Teatro Parenti, «contro tutti gli estremismi». Azione se la dovrà comunque vedere con la contestazione annunciata dalla Brigata Ebraica. «Non sono accettabili le equivalenze tra il premier israeliano e Hamas, che troppo spesso vengono ripetute da Calenda», scrivono Davide Romano e Alessandro Litta Modignani dell'associazione Pro Israele. L'unico a suonare la "gran cassa" resta Giuseppe Conte, per il leader 5 stelle è già un successo aver convinto i partner a condividere la protesta radicale. Così ieri l'ex Presidente del Consiglio ha cercato di argomentare: «Sono quasi 19 mesi che ogni giorno viene sterminata la popolazione di Gaza. E questo è un genocidio. Chi dice il contrario si assume una responsabilita storica». Ancora parzialmente top secret la lista degli oratori sul palco, gli unici per ora confermati sono i giornalisti Rula Jebrael e Gad Lerner, e l'ex eurodeputata Luisa Morgantini, pasionaria pro Pal. Dietro le quinte si sta tenendo un braccio di ferro tra il Pd, che vorrebbe chiudere ad altre espressioni platealmente anti israeliane (come Francesca Albanese) e M5S ed Avs che premono per allargare. Insomma quella linea sottilissima che separa la critica ad Israele dall'antisemitismo.
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