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Plotone di esecuzione per Vannacci che "riscrive" il Fascismo. Ma il nipote del Duce: "È tutto corretto"
Oggi 09-11-25, 16:54
Roberto Vannacci dà lezioni di Storia a chi "la Storia l'ha studiata sui manuali del Pd", riscrive l'ascesa del Duce alla guida dell'Italia, si "becca" una valanga di critiche da parte della Sinistra e viene "promosso" da Caio Mussolini, nipote di Benito. L'ex generale della Folgore, oggi numero due della Lega, attraverso un lungo post di Facebook, ha deciso di riaprire il dibattito sul Ventennio, con un'insolita lezione sul Fascismo. Per l'eurodeputato che fa salire il sangue agli occhi ai "soliti sinistri" soltanto a nominarlo "è giunto il momento di dare ripetizioni per chi la storia l'ha studiata nei manuali del partito democratico", come si legge nel titolo incollato sui social network. Una riflessione che non è passata inosservata: più di mille i commenti. Tantissimi quelli negativi, a cui fanno però da contrastare i 4.800 "mi piace" cliccati dagli internauti. Ma cosa ha scritto Vannacci per creare tanto caos? Accanto alla fotografia delle copertine di tre dei volumi che lo storico Renzo De Felice ha scritto sul Fascismo ('Mussolini il rivoluzionario' e poi i due 'Mussolini il fascista'), ha ricordato che "il 15 maggio 1921, Benito Mussolini viene eletto in Parlamento con i Fasci italiani di combattimento. Fu il terzo deputato più votato d'Italia". Eppoi la marcia su Roma dell'ottobre del '22 "non fu un colpo di Stato ma 'poco più di una manifestazione di piazza'. Il Regio Esercito aveva tutte le possibilità di fermarla ma Vittorio Emanuele III si rifiutò di firmare lo stato d'assedio e, il 29 ottobre convocò Mussolini a Roma (che giunse comodamente in treno da Milano) incaricandolo di formare un governo di coalizione". Fatti storici checsoktanto a parlarne fanno storcere il naso dietro le "barricate rosse". Vannacci rammenta agli smemorati che il il 17 novembre 1922 l'esecutivo guidato dal Duce "composto non solo da fascisti, ma anche da liberali, popolari e nazionalisti" ottenne la fiducia della Camera dei Deputati con 306 voti favorevoli, 116 contrari e 7 astenuti. Così fu possibile per Mussolini "giungere al potere in maniera formalmente legale", sottolinea citando lo storico Francesco Perfetti. Il Fascismo, almeno fino alla metà degli Anni Trenta, esercitò il potere attraverso gli strumenti previsti dallo Statuto Albertino, cioè all'interno dell'ordinamento giuridico del Regno d'Italia", prosegue Vannacci. Non solo: "Tutte le principali leggi - dalla riforma elettorale del 1923 alle norme sul partito unico, fino alle stesse leggi razziali del 1938 - furono approvate dal Parlamento e promulgate dal Re, secondo le procedure previste dalla legge", conclude l'ex capo dei parà, citando anche l'anno delle leggi razziali. Quanto basta per scatenare il dibattito sulla propria pagina Facebook, seguita da mezzo milione di utenti. Alcuni apprezzano la lezione di storia. Qualcuno trae spunto per puntare l'indice: "Sei peggio di Salvini...", "mi sento male a sapere che ti paghiamo lo etipendio...". La maggior parte delle centinaia di post sono durissimi, attaccando frontalmente il generale. C'è pure chi "appende" la foto di piazzale Loreto, con lo scempio dei cadaveri di Benito Mussolini, Claretta Petacci e dei gerarchi catturati a Dongo. Altri accusano Vannacci di revisionismo, citano l'omicidio Matteotti, parlano della dittatura instaurata da Mussolini, dell'alleanza con Hitler, della guerra. Che restano, comunque, fatti storici. A dare man forte al generale arriva il pronipote di Mussolini stesso, Caio Mussolini, nipote del figlio primogenito del Duce, Vittorio. "È tutto corretto - scrive - Per quanto possa dispiacere a molti. E aggiungo che la violenza dopo la prima guerra mondiale nasce a sinistra (volevano fare 'come in Russia', con attentati, bombe, uccisioni, bastonature, 'biennio rosso' e 'grande paura') e che il fascismo fu una reazione a queste violenze". Poi il discendente del Duce aggiunge qualche altro apprezzamento: "La donna si è emancipata proprio durante il fascismo". E il Mussolini "ha protetto Gramsci" e Amendola "non è morto dopo essere stato picchiato ma è deceduto per un tumore sette mesi dopo". Scagiona quindi il fondatore del fascismo anche sulla vicenda Matteotti: "Mussolini con c'entrava nulla con la morte di Matteotti". Era invece un leader riconosciuto anche all'estero "sino al '36 era idolatrato all'estero". Tra i fan Caio Mussolini annovera anche "la comunista" astronoma Margherita Hack che disse che le conquiste sociali del fascismo oggi ce le sogniamo". Poi l'ultimo affondo: "Tutte le leggi a partire da quelle 'fascistissime', anche le famigerate e odiose leggi razziali, erano approvate dal Parlamento e firmate dal re".
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