s

Prima Almasri, ora l'attacco a Salvini. Nordio: "Niente paura, la riforma si fa"
Oggi 19-07-25, 09:13
C'è un governo determinato a proseguire con la riforma della giustizia che contempla la separazione delle carriere e martedì taglierà il giro di boa al Senato del primo passaggio parlamentare (ne servirà poi un altro, e poi si andrà al referendum). Ci sono movimenti in corso, iniziative guarda caso coincidenti che bersagliano il governo, dal riaffiorare del caso Almasri fino alla Procura di Palermo che fa ricorso in Cassazione contro l'assoluzione di Matteo Salvini al processo OpenArms. E la riflessione sul ruolo della politica, in tutto questo. È stato il cuore dell'intervista del direttore del Tempo Tommaso Cerno al ministro della Giustizia Carlo Nordio, durante la kermesse di Fratelli d'Italia "Parlate di Mafia". Spiega Nordio che di fronte ai tentativi di riformare la giustizia «ogni volta c'è stato uno sbarramento della magistratura, un "niet totale", e la politica ha ceduto. Ma noi non siamo ricattabili, non abbiamo paura». E preventiva: «Ci saranno delle aggressioni di vario tipo: alcune in linea con la democrazia, come quelle in Parlamento, altre un po' meno, quando la stampa si avvale si segreti istruttori e riferisce fatti falsi. Probabilmente ne avremo delle altre». Alla fine «ogni aggressione in più è un pizzico di adrenalina che aumenta», ironizza il ministro. Che punta il dito contro «esondazioni improprie» di alcuni magistrati, «convinti di godere di una impunita tale da poter dire quello che vogliono». Riportando un esempio recentissimo, del Procuratore in servizio presso la Procura Generale della Cassazione Raffaele Piccirillo a Repubblica: «Si è permesso di indicare tutti gli errori che aveva fatto il ministro sul caso Almasri», sottolinea Nordio, e aggiunge: «Che un magistrato si permetta di censurare su un giornale le cose che ho fatto, in qualsiasi paese al mondo avrebbero chiamato gli infermieri». Questa presa di posizione di Nordio scatenale reazioni durissime della sinistra e dell'Anm, che esprime «sdegno e viva preoccupazione». Sul caso Open Arms, Nordio fa notare un altro aspetto: «Niente impugnazione contro le sentenze di assoluzione, come in tutti i paesi civili. Altrimenti finiamo a ciò che è avvenuto col caso Garlasco. Come potrebbe un domani intervenire una sentenza di condanna al di là di ogni ragionevole dubbio, quando dopo tre anni di udienza un giudice ha dubitato e ha assolto? La lentezza della nostra giustizia dipende anche dall'incapacità di molti magistrati di opporsi all'evidenza. Rimedieremo». Tornando alla riforma, il Guardasigilli evidenzia il punto critico del contendere: «Quello che fa paura non è tanto la separazione delle carriere. È la seconda e la terza parte della riforma, cioè la composizione, la costruzione del Csm attraverso il sorteggio» e soprattutto «l'istituzione dell'alta Corte di Giustizia assolutamente indipendente e svincolata dalla giustizia domestica del Csm». C'è poi l'altro aspetto che sta sullo sfondo del percorso di riforma, ovvero il referendum: «Il nostro obiettivo e il nostro compito è di illustrare in maniera pacata senza entrare in conflitto con nessuno. Sarà una liberazione per la magistratura. Auspichiamo di arrivare a un dialogo anche con l'Anm, che finora non si è dimostrata dialogante». Dunque «Io auspico che anche da parte della magistratura e anche da parte dell'opposizione si arrivi a squadernare tutte le possibili argomentazioni contro questo referendum,ma senza contrapposizione politica, senza aut aut, senza ultimatum al governo e senza referendum a favore o contro il governo». In serata, anche la premier Meloni difende l'opportunità della riforma: «È uno dei tasselli di un lavoro più ampio che il governo sta facendo per riformare la giustizia italiana, per mettere fine alle storture a cui abbiamo assistito negli ultimi decenni e per coniugare le necessarie garanzie con l'equità e la velocità dei processi».
CONTINUA A LEGGERE
5
0
0
Guarda anche
Libero Quotidiano

Togati del Csm contro Nordio perché ha detto la verità sui pm
Libero Quotidiano

Il giudice non può essere tiranno
Libero Quotidiano
