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Rampini: "Velocità stupefacente", così i tycoon pro Kamala si buttano su Trump
17-01-2025, 16:51
Per la sinistra italiana Elon Musk è il diavolo perché sostiene politicamente Donald Trump dall'inizio della campagna elettorale terminata con l'elezione a presidente Usa, Ma nelle ultime settimane da Mark Zuckerberg agli altri tycoon della Silicon Valley hanno iniziato a cercare di ingraziarsi il presidente eletto dimenticando il sostegno decennale ai democratici e nell'ultima tornata elettorale a Kamala Harris. "Sorprende la velocità" del cambio di direzione, commenta Federico Rampini a PiazzaPulita, su La7, il programma condotto da Corrado Formigli giovedì 16 gennaio. "Tutto sta accadendo a una velocità abbastanza stupefacente però questo In fondo è nella cifra della Silicon Valley e di questo genere di imprenditori", spiega l'editorialista del Corriere della sera. Rampini torna poi sul discorso di Joe Biden per l'accordo tra Israele e Hamas sul cessate il fuoco in cui aveva paventato un rischio oligarchia nel prossimo futuro, posizione che è chiaramente un riferimento a Musk e alla Silicon Valley. Il giornalista ricorda l'epoca dei "robber barons", i capitalisti di un secolo fa come Rockfeller e J. P. Morgan, "cooptati anche da presidente molto progressisti". Insomma, "non è una storia nuova e questo ci dovrebbe rassicurare", spiega Rampini, "perché la democrazia americana ha dimostrato di avere tutti gli anticorpi", basti pensare alle leggi antitrust varate all'inizio del Novecento. C'è poi l'aspetto politico della vicenda. "È pure vero che Zuckerberg, Google e gli altri fino all'altro ieri erano allineati a sinistra e hanno tentato attraverso i social media di influire sull'opinione pubblica", conclude Rampini, "ma l'opinione pubblica non si fa manipolare. Se fosse vero che chi comanda nei social decide le elezioni avrebbe vinto Kamala Harris", è la stoccata del giornalista alla galassia dem.
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