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Regionali horror, i post choc del palestinese nuovo testimonial M5s
Ieri 24-10-25, 12:54
Elezioni regionali o un film dell'orrore? Viene da chiederselo dopo il caso della “napoletana palestinese” Souzan Fatayer presentata per la Campania da Avs, di cui abbiamo svelato dichiarazioni piuttosto sui generis. Ma soprattutto dopo il candidato del movimento 5 Stelle, sostenuto da rifondazione comunista. Si chiama Bassem Jarban, il palestinese pugliese. Nulla di male, ovviamente, se non fosse che i suoi contenuti sono tutto fuorché moderati. A fare impressione sono in particolare due foto: in una vediamo Gesù sulla croce con dietro la bandiera della Palestina e la kefiah sul bacino. Nella seconda, invece, la Madonna con indosso la kefiah e con in braccio Gesù bambino. A corredo la scritta «no Christmas in Betlemme», ovvero «non c'è Natale a Betlemme». Entrambi hanno sulle loro teste il simbolo dell'anguria, usato come riferimento alla causa Palestinese, come si scorge anche in molte piazze. Ma il repertorio è ampio: «Questa donna è un mostro, sei una sio... nazista... fascista di merda», scrive rivolgendosi all'europarlamentare di Fratelli d'Italia Elena Donazzan. Ah, il femminismo del campo largo. E ne ha anche per gli alleati: «Secondo me Renzi si è impazzito e vorrebbe cambiare la storia e smentire storici archeologi del mondo. Noi palestinesi lo abbiamo sempre detto. Questo uomo è un servo dello Stato sionista non degno a governare l'Italia». Cosa che ripete in diversi post. Poi il riferimento agli ebrei: «Per non dimenticare condividi» è il commento che dedica a un collage in cui sopra ci sono i deportati di Auschwitz e sotto la popolazione di Gaza. Il copy del post da lui ricondiviso recita: «Se gli israeliani non vogliono essere accusati di essere come i nazisti, devono semplicemente smettere di comportarsi da nazisti». Pensate, alcuni li salva anche: «Ebrei per bene in rivolta pacifica contro l'uccisione di un ragazzo palestinese innocente». Ah, gli "ebrei per bene". Gli altri cosa sono? Li distinguiamo in base al credo? E, sempre a proposito dello Stato di Israele, ricordando Abba Iyase, aggiunge: «I sionisti dovrebbero sapere se non rispettano il significato di residenza permanente... la loro scomparsa è imminente».Ci tiene anche a ripubblicare un post contenente le dichiarazioni del filosofo russo Alexander Dugin commentando: «Per favore fate girare questo articolo... fedele ad ogni sua parola... svegliatevi arabi, se non vi unite la guerra è alle porte». Sul suo profilo Facebook è presente anche un post che lui ricondivide in cui la protagonista è la senatrice a Vita Liliana Segre, cui è indirizzata la «lettera aperta di Najat». Lettera in cui si legge: «Lei è turbata perché si usa la parola genocidio per il massacro a Gaza, come se questa parola fosse un privilegio, un distintivo d'onore o addirittura un'esclusiva. Mi creda, noi palestinesi non vi abbiamo rubato la parola tanto meno vogliamo farlo. Semmai sono stati quelli che lei conosce bene e che l'hanno cucita su misura del nostro corpo». Grande fan della relatrice Onu Francesca Albanese o della Global Sumud Flotilla, Jarban è presente a quasi tutte le manifestazioni che vengono organizzate sul territorio. Ma forse si è perso il senso del confine tra il sostegno della causa palestinese e l'antagonismo nei confronti degli ebrei ed Israele. E, soprattutto, non è ancora chiaro perché un candidato alla Regione Puglia abbia scritto sul manifesto elettorale «per lo stato di Palestina contro tutte le guerre». Chissà se il leader Giuseppe Conte, o qualcuno del centrosinistra deciderà di esprimersi sulla loro scelta. O se faranno come Bonelli e Fratoianni di Avs che non hanno ancora reso partecipe la popolazione delle loro riflessioni in merito alla candidata Fatayer.
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