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Regionali in archivio, per il centrodestra si apre subito il cantiere della nuova legge elettorale
Ieri 24-11-25, 22:04
Dopo le Regionali, per il centrodestra si apre subito il cantiere della legge di bilancio. I partiti della maggioranza restano distanti sulle modifiche alla manovra: domani la commissione Bilancio del Senato deciderà sulle ammissibilità degli emendamenti, mentre mercoledì ci sarà un ufficio di presidenza per mettere ordine all'iter. Il Mef attende di capire se FI, Lega, FdI e Noi moderati troveranno un accordo, ma i margini sono strettissimi. Sul tavolo: tassazione degli affitti brevi, iperammortamento, stretta sulla compensazione dei crediti fiscali, tassazione dei dividendi, congelamento dell'età pensionabile e ampliamento della rottamazione. Un nuovo vertice dei leader della coalizione dovrà fare il punto definitivo. Da gennaio, archiviata la manovra, il centrodestra aprirà il dossier della legge elettorale, in attesa della data del referendum sulla separazione delle carriere dei magistrati. Dopo le vittorie di Roberto Fico in Campania e Antonio De Caro in Puglia, la maggioranza è convinta che il centrosinistra proseguirà con il “campo largo”, da qui la necessità di garantire stabilità con un nuovo sistema di voto. L'ipotesi principale è un proporzionale con premio di maggioranza alla coalizione sopra la soglia indicata dalla Consulta (non sotto il 40%). Restano aperti i nodi sulla scelta dei candidati e sull'eventuale indicazione del premier sulla scheda, che anticiperebbe di fatto il premierato: riforma ferma in Commissione Affari costituzionali. FI frena sul nome sulla scheda, la Lega è disponibile a trattare con possibili “compensazioni”, mentre FdI ribadisce che “tutto è negoziabile”. Le opposizioni accusano il governo di voler cambiare le regole per convenienza: Matteo Renzi sostiene che Meloni voglia modificare la legge elettorale perché con l'attuale “non tornerebbe a Palazzo Chigi”, mentre dal Pd parlano di tentativo di manipolare le regole per paura di perdere. La segretaria Elly Schlein promette opposizione anche al premierato. Il M5S apre invece a un sistema proporzionale. Nel centrosinistra c'è chi ritiene che alla fine anche il Pd dovrà sedersi al tavolo per non essere tagliato fuori. Maurizio Gasparri (FI) spinge per un modello simile a quello delle Regionali, “dove chi prende più voti vince”. Sullo sfondo resta l'incognita dei tempi, il rischio di interventi della Corte costituzionale e il tema dei voti segreti, soprattutto qualora si tornasse alle preferenze.
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