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Revocata l'immunità all'eurodeputato polacco. Ora anche Salis trema
Oggi 14-03-25, 09:30
Il Parlamento Ue revoca l'immunità al polacco Adam Bielan. E adesso anche Ilaria Salis inizia a tremare. Per capire cosa è accaduta bisogna ripercorrere brevemente la vicenda del collega dell'eurodeputata di Avs, che ha idee politiche opposte alle sue e milita nel gruppo di Ecr, mentre la paladina delle occupazioni è iscritta a The Left. Bielan durante una trasmissione radiofonica fece riferimento allo scandalo che circondava il Centro nazionale per la ricerca e lo sviluppo polacco. L'eurodeputato denunciò le attività della società FiveRand, guidata da PrzemysławWipler e Michał Krzymowski, cruciali, a sua detta, per comprendere la crisi del centro nazionale. Per queste sue affermazioni è stato denunciato per diffamazione. E un tribunale del suo Paese lo vuole processare. La richiesta di revoca della sua immunità così come quella di Salis che riguarda invece i fatti avvenuti in Ungheria nel febbraio di due anni fa- è stata sottoposta alla commissione affari giuridici (Juri) dell'Europarlamento. La relazione finale della Commissione è impietosa, dal momento che stabilisce un principio inequivocabile: l'immunità di un deputato europeo deve riguardare solo fatti attinenti allo svolgimento del suo mandato. Ecco quanto si legge: «Considerando che l'immunità parlamentare è intesa a proteggere il Parlamento e i deputati che lo compongono da procedimenti penali relativi ad attività svolte nell'esercizio del mandato parlamentare e che non possono essere disgiunte da tale mandato». Motivo per cui, nel caso in questione, «il Parlamento non ha potuto constatare l'esistenza di fumus persecutionis, cioè elementi di fatto che indichino che le azioni giudiziarie in questione siano state intentate al fine di danneggiare l'attività politica del deputato in quanto membro del Parlamento europeo». Mutatis mutandis, questo aspetto non si rileva nemmeno nel caso della Salis, che è finita a processo - il tribunale di Budapest le contesta lesioni aggravate ai danni di due neonazisti durante una manifestazione di due anni fa nella capitale ungherese - ben prima che fosse eletta a Bruxelles. Anzi, l'attivista del movimento per la casa è stata candidata da Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli proprio per sottrarla al carcere dove era detenuta. Le accuse a Salis, infatti, nulla hanno a che vedere con il suo ruolo da europarlamentare, ma riguardano una fase della sua vita antecedente, dove era molto attiva nelle iniziative promosse dal gruppo di attivisti dei centri sociali di cui faceva parte. Lo scorso martedì, 11 marzo, la plenaria di Strasburgo ha votato la revoca dell'immunità formulata dalla commissione Juri. La richiesta è passata a maggioranza con voto per alzata di mano. Un precedente a cui Salis starà sicuramente guardando. Per il suo caso, la commissione Juri, su impulso dei deputati Socialisti, ha chiesto un ulteriore supplemento di informazioni alla procura ungherese. Poi, prenderà una decisione e la sottoporrà all'assemblea plenaria. Così come è accaduto per il polacco Bielan.
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