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Ricominciamo dalle madri: la vera speranza dell'umanità
Ieri 11-05-25, 10:24
Quando penso alle mamme del mondo, il mio pensiero va al corpo delle donne contenitore primario nel quale si compie il miracolo della continuità della vita e alle infinite comunicazioni neurochimiche che, quando si è due in uno, passano tra una madre e il feto, futuro neonato, prima che quel bambino o quella bambina vengano al mondo. E ancora penso a quel legame unico ed insostituibile che, per ogni essere umano, sia esso maschio o femmina, non sarà mai uguale a nessun altro rapporto nella vita. Auguri, allora, a tutte le mamme. Biologiche ma anche adottive o surrogate. Giovani o primipare attempate, perché oggi le mamme ultraquarantenni sono pressoché raddoppiate. Che la maternità sia, indistintamente per tutte, sempre e comunque, una condizione desiderata, accolta e, cosa non meno importante, sostenuta psicologicamente, fisicamente, economicamente perché una donna che sente il mondo intorno a lei ostile e nemico; una donna non amata, non rispettata, non tutelata, sia in famiglia che in società, non può costituire quel punto di riferimento affettivo, quella base stabile e amorosa su cui un bambino o una bambina debbono partire per costruire il loro interno senso di sicurezza. Auguri, allora, anche alle mamme delle mamme. Che sappiano consegnare il testimone del loro modo di essere, di sentire, di agire, di manifestare sentimenti, desideri e affettività alle figlie, anche e soprattutto quando esse si appresteranno a diventare mamme. Che sappiano, poi, recuperare, attraverso i nipoti, quello che non hanno saputo fare per i figli. Peraltro, il miracolo della vita che viene alla luce partendo dalla nascita, è cosa incommensurabilmente diversa per i maschi e per le femmine. La bambina, crescendo, avrà sul corpo le forme del femminile, della prima accoglienza, del primo calore. La bambina, crescendo, avrà il seno che allatta, avrà il grembo che accoglie e contiene ma, soprattutto, avrà quel «Paradiso-Grotta» dal quale siamo tutti partiti per venire al mondo ma che, soltanto per la donna, è un Paradiso mai perduto. Quel Paradiso che le appartiene da sempre è il mistero e l'essenza stessa della sua natura. E' l'universo femminile, infatti, che – per un orientamento naturale, spontaneo, biologico – da sempre, custodisce, conserva, accudisce, sostiene, crea attenzione, consenso e cura intorno a tutto ciò che viene concepito, si sviluppa, nasce e cresce. Allora restituiamo finalmente alla Festa della Mamma, che celebriamo ancora oggi, il profondo significato spirituale che aveva allorché don Otello Migliosi, nel piccolo borgo di Tordibetto di Assisi di cui era parroco, scelse di dedicare la seconda domenica di maggio – il mese consacrato alla Madonna, – a tutte le mamme. Vi è una frase che è la mia stella polare: «Incominciamo dalle madri». Sono le madri, portatrici di pace – perché la guerra metterebbe a rischio la vita dei loro figli – la speranza di sopravvivenza della umanità. Ascoltiamole, valorizziamole, restituiamo loro centralità. Ma non un giorno all'anno, col regalo ed il pranzone dei giorni di festa, sostenendole, sin dalla gravidanza, dal punto di vista psicofisico e, soprattutto, attraverso consulenze, competenze, investimenti e diffusione della Cultura dell'Infanzia.
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