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Romani intrappolati: per cortei ProPal e scioperi visite ed esami saltati
Oggi 04-10-25, 09:48
Sono scesi in strada al grido di «Blocchiamo tutto» per protestare contro Israele e in sostegno della Global Sumud Flotilla. I danni più pesanti, però, i ProPal li hanno arrecati ai romani, che si sono ritrovati a "ringhiare" a bordo delle loro auto o dei loro scooter perché impossibilitati a farsi spazio tra code chilometriche di vetture e sbarramenti vari. Definire quello che ieri ha paralizzato la Capitale un canonico "venerdì nero" è poco. Fin dalla mattina, quando è scattato lo sciopero generale dei mezzi di trasporto e i difensori della missione a favore della «Striscia» hanno inondato la città, la rabbia è deflagrata. Soprattutto sui social, dove i residenti e i turisti malcapitati hanno potuto democraticamente dare sfogo a indignazione e sgomento. «Il diritto a manifestare è sacrosanto, ma non deve ledere le libertà degli altri. I miei figli sono arrivati in classe con quaranta minuti di ritardo perché, per percorrere il tragitto da casa a scuola, è servito il doppio del tempo», scrive Simona su X. Fulminante la reazione di Fabio, che alle 9 digitava: «Mi sono messo in macchina per la paura che le linee della metropolitana fossero ferme e in città è già un inferno. Io non posso concedermi il lusso di incrociare le braccia. Ogni scusa è buona per scioperare il venerdì e allungare il weekend». A catalizzare l'attenzione degli utenti è il commento di Lucia, che pone interrogativi serrati. «La mia visita medica è saltata perché sono rimasta imbottigliata nel traffico. Se al posto mio ci fosse stata una persona gravemente malata? E se il caos avesse impedito a uno studente di sostenere un esame ?», domanda. Le risponde Luca, che condivide e condensa in poche parole il pensiero di molti: «Quando in ballo ci sono i bisogni dei romani, restano sul divano a discutere di quale kefiah indossare. A pagare il prezzo di questa "rivoluzione da salotto" è chi, come si dice, deve "portare la pagnotta a casa"». Non meno forte il risentimento degli esercenti. Almeno cinque milioni di euro in meno di incassi solo per il settore ristorazione. Poi c'è il commercio al dettaglio, che soprattutto nelle zone intorno alla stazione Termini, dove i ProPal si sono radunati, ha dichiarato forfait già dalle prime ore del mattino. «Clienti pochissimi e soprattutto molto spaventati - dice Massimo Bertoni, Presidente Federmoda Confcommercio e titolare di un noto negozio di abbigliamento in via Nazionale - ho parlato con qualche collega della zona e mi ha detto lo stesso. Ma non è solo un problema di oggi, ormai siamo “assediati” dai cortei praticamente ogni weekend». Ristoranti vuoti, bar anche. Tra l'Esquilino, Termini e via Nazionale, qualcuno ha deciso di chiudere presto. «Lamentele ne abbiamo registrate non poche- conferma Claudio Pica, Presidente Fiepet Confesercenti con gli uffici chiusi e le persone in gran parte in sciopero, la giornata è stata praticamente buttata via». E intanto Roma si prepara a un'altra giornata di fuoco. Oggi un corteo partirà intorno alle 14 da piazzale Ostiense e arriverà nel tardo pomeriggio a piazza di Porta San Giovanni. Sono attese 20 mila persone. E altre ore di "passione" per i cittadini.
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Il Tempo
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