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Romeo: «Il governo è compatto sul dialogo con Trump»
15-03-2025, 16:59
«Con gli Stati Uniti bisogna dialogare. Non possiamo permetterci un Occidente diviso. È giusto, pertanto, seguire e sostenere il tentativo di pace di Trump. Su questo non esistono spaccature all'interno della maggioranza». A dirlo Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato della Lega. Perché il vostro partito, a livello europeo, si è contraddistinto per una posizione diversa rispetto a quella dei vostri alleati? «Sono due anni che sosteniamo che, oltre al legittimo e giusto sostegno all'Ucraina, serva anche aprire un canale diplomatico per trovare la pace. Riteniamo, pertanto, più che giusta la tregua proposta dal presidente americano. Da un cessate il fuoco l'Europa ha solo da guadagnarci. Non solo si evitano migliaia di morti, ma si garantisce una maggiore stabilità. Questo è che quello che ci chiedono imprese e cittadini». I soldi previsti per le armi potrebbero essere spesi in altro? «Siamo, senza ombra di dubbio, contrari a un piano roboante, figlio, a mio parere, di tanta improvvisazione. C'è, poi, il sospetto che dietro ci sia l'intenzione da parte di qualche Paese di risanare la propria economia a spese nostre. Non è da escludere che questo riarmo possa avere pesanti ricadute sulla spesa sociale. Altra cosa, invece, è avere una visione di sicurezza interna europea e nazionale, rimanendo sotto l'ombrello della Nato e guardando con maggiore interesse al fianco Sud dell'Europa». A cosa si riferisce? «Penso al Mediterraneo allargato, all'Africa con tutte le sue problematiche. Soltanto così possiamo dare una vera risposta all'immigrazione usata come arma ibrida». Queste risorse, quindi, potrebbero essere utilizzate per chiudere le frontiere? «Per controllarle meglio. Mi riferisco anche a fondi da utilizzare per infrastrutture strategiche, per interventi mirati a tutelare gasdotti, cavi sottomarini o tutto ciò che ha a che vedere con la trasmissione dei dati. La difesa, poi, è certamente una priorità, ma non deve avvenire a discapito di investimenti in settori fondamentali come sanità, scuola e servizi». Le divisioni continentali avranno delle ripercussioni sulla maggioranza di governo? «Questa divisione a livello europeo non avrà alcuna influenza a livello nazionale. Anzi, il governo è più che compatto in vista della relazione di Meloni della prossima settimana. Detto ciò, è normale che su questioni così importanti possano esserci delle visioni differenti all'interno della coalizione. Non siamo un partito unico». Avete intenzione, quindi, di farvi valere? «Il piano della Von der Leyen è tutto un libro bianco da scrivere. Il governo italiano, pertanto, può e deve farsi valere. Possiamo ancora indirizzare nella direzione giusta, scongiurando l'esercito europeo, il fatto che possano essere inviati soldati in Ucraina e soprattutto salvaguardando un tesoretto prezioso che potrebbe essere reinvestito in tecnologia avanzata, satelliti e perché no deterrenza». Ha parlato di investimenti in satelliti. Si riferisce a Starlink? «Il mio è un ragionamento più ampio, ma l'Europa certamente dovrebbe dire la sua rispetto a un settore spaziale, su cui siamo più indietro di altri. In tal senso, il contributo americano può essere qualcosa di utile».
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