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Salvini traccia la rotta. Flat tax ai dipendenti e Ponte sullo Stretto in 15 minuti a 7 euro
Oggi 08-09-25, 08:26
In settimana il dossier del Ponte sullo Stretto arriverà alla Corte dei Conti. Ad annunciarlo Matteo Salvini, nel suo intervento al panel forum Teha, in corso a Cernobbio. Il ministro dei Trasporti spiega come una volta che l'organo di controllo, «con scienza e coscienza», darà l'ok si partirà subito con cantieri, scavi ed espropri. L'obiettivo del governo è che si arrivi a tale step tra settembre e ottobre. Palazzo Chigi non intende perdere tempo rispetto a un'infrastruttura fondamentale, sia per lo sviluppo che per gli stessi “collegamenti”. «Nel 2032 per andare a Messina – rivela il vicepremier – ci vorranno 15 minuti e non più tre ore. Si pagheranno 7 euro, invece dei 42 attuali». Non è un caso che tale progetto, nelle ultime ore, stia ricevendo apprezzamenti bipartisan. L'ultimo è quello dell'ex primo cittadino di Catania ed esponente di spicco dell'area progressista Enzo Bianco. Motivo per cui la maggioranza tira dritto rispetto a una delle priorità del programma siglato con gli italiani nel 2022. Una cosa è certa, l'installazione sarà «totalmente coperta da denaro pubblico» e non ci saranno, invece, «soldi Nato, Usa o dell'Unione Europea», come ipotizzato da qualcuno. La sfida di Palazzo Chigi è utilizzare al meglio le risorse a disposizione, ma allo stesso tempo terminare quei lavori che possano consentire al Paese un salto di qualità in termini di competitività. Ecco perché è lo stesso leader di Carroccio a lanciare un vero e proprio appello alla responsabilità: «Stiamo pagando sul territorio della Tav 418 stipendi delle forze dell'ordine per difendere operai, imprenditori e cantieri. La politica dovrebbe dividersi sulle riforme e sui macro temi, non su gallerie, ponti, viadotti e alta velocità». Stiamo parlando, tra l'altro, di un momento favorevole per quanto riguarda la crescita di un sistema produttivo, sempre più "modello" in tutto il continente. Lo stesso Salvini, infatti, sottolinea come adesso l'Italia non è più «il malato d'Europa». Tedeschi e francesi, al contrario, adesso tentano di imitarci a ogni costi. «Il buon senso – ribadisce il capo della Lega ai giornalisti – ci sta premiando». L'esponente dell'esecutivo ricorda, ad esempio, quanto fatto in materia di conti: «Non voglio dire che siamo stati bravissimi, ma in questi tre anni abbiamo riportato l'asse di galleggiamento in sicurezza. Questo non vuol dire che da domani ci sarà tutto per tutti». Il leader della Lega, dunque, chiarisce come chi è alla guida del Paese non intende «fare il passo più grande della gamba». Detto ciò, ci sono alcuni temi economici su cui non possono esserci tentennamenti, come la famosa pace fiscale o «la rottamazione definitiva, giusta e significativa dei 20 milioni di cartelle esattoriali». Lo stesso vicepremier è sicuro che, agendo in tal senso, ci possa essere soltanto un vantaggio per lo Stato o meglio una preziosa boccata d'ossigeno per l'economia. Un riferimento, da parte del Carroccio, anche alla famosa flat tax, ferma a 85 mila euro da Bruxelles. «Stiamo lavorando – spiega il vicepremier – per togliere questo vincolo. Più alzi il tutto, più incentivi a produrre, più lo Stato incassa. Ragioniamo su come estendere tale regime a una parte dello stipendio dei lavoratori dipendenti». A Cernobbio, infine, un passaggio Salvini lo dedica a quegli istituti di credito, con cui da qualche giorno va avanti più di un semplice dibattito. «Se una piccola parte dei 46,5 miliardi di utili che derivano da garanzie statali – chiarisce -ritornerà nel circuito di famiglie e imprese, penso che le stesse banche non potranno che esserne orgogliose. Non possiamo costringerle a erogare credito, ma ricordiamo loro che rappresentano un modo di fare impresa molto tutelato».
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Il Tempo
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