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Scontro mai visto tra i legali di Sempio e Stasi. E Lovati minaccia: "Esposto in Procura"
Ieri 29-07-25, 15:20
Una sorta di "dibattimento", aspro nei toni, che va in onda in uno studio tv. Si parla del delitto di Garlasco lunedì 28 luglio a Filorosso su Rai3, condotta da Manuela Moreno, e tra i protagonisti ci sono Antonio De Rensis, avvocato di Alberto Stasi, e Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio. A scatenare il tutto sono i giudizi impietosi di Lovati sulla perizia di parte dell'impronta 33 con il legale di Sempio che controbatte: "Quello che ha detto Massimo è stato un atto d'amicizia, perché lui mi vede stanco e anziano e si è detto: ‘Aspetta che lo faccio riposare', ma purtroppo non credo che riuscirà a estromettere la difesa di Stasi. Era una consulenza scritta con grandi approfondimenti scientifici, il cui lavoro è durato oltre un mese e ha 3 firme: non vuol dire che la nostra consulenza è la verità, ma fa capire degli aspetti fondamentali e concorda pienamente con l'attribuzione delle 15 minuzie a Sempio". "Voi cosa avete pensato di fare? Non si può sostenere che sotto una fotografia c'è sangue e sudore. La sua collega parla di catinella di sudore… Ma la finiamo o no?", sbotta allora Lovati, "e concludo che delle vostre consulenze tecniche non me ne frega niente, perché non siete neanche parte nel processo, non serve estromettervi". Lo scontro raggiunge picchi retorici di un certo livello. Lovati insiste: i consulenti "hanno parlato di catinelle di sudore e sangue. Ma dove sono andati, all'Avis? E il sudore? Ma lo sapete che per fare 2 cm di sudore non basta una giornata? Non credo assolutamente a questo tipo di analisi”. De Rensis non ci sta: "E invece i tuoi consulenti, quando hanno detto che Iuliano e Caprioli hanno confuso il muro con le impronte, che cosa hanno fatto? Sono andati in qualche cantiere edile?". Per Lovati la stessa inchiesta non avrebbe senso: "Quello che mi dà fastidio è che processualmente il mio correo ‘finto', indagato in concorso o con Stasi o con altri, si vede accusato dal suo correo, Stasi, ed è una cosa assurda. Se ci fosse un PM di quelli brillanti, il caso sarebbe risolto: dice ‘siete voi due' e finisce così. Ma si può fare una roba del genere? State perdendo il lume della ragione”. De Rensis ribadisce di agire solo nell'interesse del suo assistito "perché lo riteniamo innocente. Aspettiamo a ottobre, potrebbero aggiungersi altri elementi. Il lume della ragione lo abbiamo ancora, io qualche colpo potrei anche perderlo, ma al momento ancora no". Come noto Lovati contesta il capo d'accusa di omicidio in concorso per il suo assistito e ritiene inconsistenti le evidenze fin qui emerse nelle nuove indagini della Procura di Pavia. Tanto che al termine della puntata l'avvocato di Sempio annuncia la sua intenzione di presentare un esposto alla Procura: "Gli indizi contro il mio assistito di oggi sono gli stessi del 2017, non è cambiato assolutamente niente. L'unica cosa che ha sconvolto il fatto è questa ipotesi di un concorso strano, fasullo, finto dove c'è di mezzo anche il condannato. Sto pensando di fare un esposto alla Procura generale della Repubblica perché hanno perso il buon senso, lo farei alla nostra Procura perché non si può fare un capo d'accusa di questo genere". L'avvocato di Stasi lo invita alla calma: "Sull'esposto gli consiglio di riflettere bene, immagino ci saranno le prove, arriveranno", afferma in riferimento a possibili evidenze raccolte dagli inquirenti e non ancora note.
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