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Scuola, addio al telefono in classe
Oggi 28-08-25, 21:38
Dal Ministero dell'Istruzione e del Merito arriva una sterzata precisa in direzione della disciplina: a partire dall'anno 2025/26, come riporta il sito specializzato Skuola.net, non saranno più ammessi quegli atteggiamenti che minano la credibilità dell'istituzione scolastica, e dunque dell'educazione e della formazione che intende offrire agli studenti. A partire - neanche a dirlo - dal tassativo divieto di usare gli smartphone in aula, che il ministro Giuseppe Valditara aveva già imposto con una circolare del 16 giugno scorso, a cui i vari istituti scolastici stanno provvedendo nell'adeguarsi. Un indizio inequivocabile della volontà del governo di eliminare qualsiasi distrazione possa minare l'attenzione dei ragazzi. D'altronde l'ha ribadito anche Giorgia Meloni a Rimini quanto la formazione e l'educazione rappresentino “l'architrave” sulla quale poggiare il peso globale dell'Italia. E se i telefonini non saranno ammessi nemmeno più alle scuole superiori, con i ragazzi che dovranno consegnare all'entrata i loro dispositivi agli insegnanti o lasciarli custoditi in armadietti appositi, le sanzioni per coloro che violano la regola si fanno più pesanti: saranno sempre i singoli istituti a decidere, ma nei casi di recidiva si può giungere anche alla sospensione. Non è un provvedimento nato casualmente, dato che diverse organizzazioni come l'OCSE e l'OMS in varie ricerche hanno individuato un legame tra l'abuso degli smartphone e dei social e lo scarso rendimento scolastico, così come delle conseguenze dal punto di vista psicologico. Non solo il telefono. Il Ministero dell'Istruzione ha deciso anche di monitorare più attentamente le dinamiche riguardanti il bullismo e il cyberbullismo: il decreti del 12 giugno scorso è intervenuto proprio su questo tema, esortando gli addetti scolastici al presidio di eventuali condotte scorrette. Ogni istituto dovrà nominare un docente referente dedicato e predisporre codici di condotta, stimolando confronti tra studenti, famiglie, insegnanti e specialisti. Le famiglie dei minori dovranno essere avvisate subito, così da scongiurare conseguenze negative. La condotta, dunque, sarà la pietra angolare sulla quale fondare la crescita dei ragazzi. Ed è per questo che la riforma della condotta voluta dal ministro Valditara trasforma il giudizio sul comportamento in un elemento centrale del percorso dello studente. Anche alle scuole medie tornerà a far parte della pagella, e un'insufficienza porterà inevitabilmente alla bocciatura. Mentre alle superiori, il 6 in condotta nella pagella significherà passare dall'esame di riparazione di settembre, dove lo studente dovrà discutere un elaborato su tematiche di cittadinanza e costituzione assegnate dai docenti. Capitolo “esame di Maturità” - non più “esame di Stato” - subirà modifiche già dall'edizione 2026: non nella prima prova di italiano, ma nella seconda prova dei diversi corsi che verrà aggiornata per riflettere meglio i programmi dei vari indirizzi. Il colloquio orale diventerà ancor più multidisciplinare e i crediti scolastici incideranno di più sul voto finale
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