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Spunta l'audio choc che cambia tutto su Garlasco. “Muschitta? L'hanno minacciato”
Oggi 22-06-25, 07:31
«È un quaquaraquà, non è un uomo...sicuramente l'han minacciato...per via di quelle due ragazze lì, è sicuro...poi magari gli han dato anche dei soldi per stare zitto». Spunta un audio che tinge ancor più di giallo il mistero del testimone inattendibile del delitto di Garlasco. È una conversazione del 17 luglio 2022 tra l'ex maresciallo Francesco Marchetto e Alfredo Sportiello, il responsabile della Asm di Vigevano che gestiva i compiti di Marco Muschitta, l'operaio che raccontò di aver visto, quella mattina del 13 agosto 2007 mentre veniva uccisa Chiara Poggi, una ragazza in bicicletta allontanarsi dalla villetta di via Pascoli con in mano una specie di alare da camino. E aveva puntato il dito contro Stefania Cappa. Muschitta, ascoltato il 27 settembre 2007, parlò con i carabinieri per oltre quattro ore, durante le quali il verbale venne interrotto per ben due volte sebbene non sia indicato il motivo, per poi ritrattare, dicendo che «mi sono inventato tutto quello che vi ho raccontato perché sono uno stupido». Finito anche a processo per calunnia contro la gemella ma prosciolto, da allora Muschitta è considerato del tutto inattendibile dalla giustizia. E sono state ritenute irrilevanti anche le intercettazioni, all'indomani della testimonianza, tra lui e il padre. Quando il genitore dice che «per proteggerti, loro ti hanno fatto fare quella roba lì. Per me hai fatto bene a fare quello che hai fatto. Non ti devi pentire. Tu hai detto quello che sapevi...Ma tu hai detto la verità?». E Muschitta garantisce: «Certo, io ho detto quello che ho visto, se poi volete...». Un cortocircuito probabilmente minimizzato dagli inquirenti, in un momento cruciale dell'indagine che proprio in quei giorni aveva portato al fermo di Alberto Stasi. Inquirenti che, anziché riconvocare Muschitta per incalzarlo alla ricerca della verità e magari indagarlo per false informazioni ai pm, si mettono a cercare prove utili a dimostrare che il tecnico del gas sia un mitomane. È solo così, alla luce dell'audio che Il Tempo pubblica in esclusiva, che può essere interpretato il verbale del 9 ottobre 2007 di Sportiello, a cui seguono, nei due giorni successivi, le acquisizioni alla Asm di Vigevano delle schede di lavoro alle centrali. Sportiello, agli atti, aveva raccontato che il 27 settembre Muschitta gli avrebbe confidato che la mattina del 13 agosto aveva visto quella ragazza in bicicletta e che la sera, vedendo Stasi sotto i riflettori, esclamava: «Non è stato lui, io ho visto altro». La sua convivente gli aveva detto: «Fatti gli affari tuoi, altrimenti ti preparo la valigia e ti caccio via». L'operaio sarebbe rimasto in silenzio fino al fermo di Stasi, avvenuto il 24 settembre, all'indomani lo avrebbe confidato al padre e ai suoceri, ma sembrava restio ad andare dai carabinieri. A convincerlo proprio Sportiello, dopo averlo fatto parlare con la dirigente amministrativa Maria Lucianer, la quale quel pomeriggio viene sentita in Procura dal comandante dei carabinieri Gennaro Cassese, mentre Muschitta è ascoltato in contemporanea dal pm Rosa Muscio. Sportiello, invece, viene chiamato a testimoniare solo il 9 ottobre, quando conferma il racconto del suo sottoposto e consegna agli investigatori, che gli chiedono conto dei turni, i fogli di servizio alle centrali in cui è nero su bianco che Muschitta, nell'ora e nel giorno indicato, si trovava a operare proprio sulla via dove aveva raccontato di aver visto la ragazza bionda. Nulla, insomma, piazzava il testimone altrove: l'unica prova dell'inattendibilità era la ritrattazione. A cui Sportiello ancora oggi non crede. Nella conversazione, il maresciallo Marchetto e l'ex capo del tecnico commentano l'inutile tentativo de Le Iene di parlare con Muschitta. «E non lo vuole dire...non vuol parlare», dice il carabiniere. «È un quaquaraquà, non è un uomo», replica Sportiello. «E ma chissà che minacce gli han fatto però?», esclama Marchetto. «Sì ma lì è stato Cassese...la prima volta...», sostiene il capo di Muschitta, «sicuramente l'han minacciato...per via di quelle due ragazze lì, è sicuro...poi magari gli han dato anche dei soldi per stare zitto...». A Marchetto che lo incalza per capire se l'operaio quella deposizione se la fosse inventata, Sportiello replica: «E lui no ma va, quello che ha visto ha visto eh...lui quella mattina lì alle 9-9.30 ha visto...lui non se l'è inventata, ma figurati. Ha visto questa ragazza in giro con la bicicletta da donna, l'ha vista, lui non se l'è inventata eh. Come l'ha raccontata a me, io davanti alla direttrice gliel'ho raccontata a lei, la stessa identica cosa...perciò non è che uno può inventarsi che Franco è un finocchio, io non posso inventarmelo sapendo a cosa vado incontro... capisci?».
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