s

Stragi e polemiche. La sorella di Falcone bacchetta la sinistra
Oggi 24-05-25, 10:01
Ennesima figuraccia dei compagni. A Palermo scoppia la polemica perché viene anticipata di dieci minuti la tradizionale lettura dei nomi delle vittime della strage di Capaci. Per i manifestanti arrivati in ritardo, sarebbe stato un escamotage dell'attuale maggioranza di governo per mettere il cappello sull'iniziativa e fare in modo che il corteo, promosso dalla sinistra non potesse arrivare ai piedi del palco. Arriva, dunque, la bordata agli organizzatori. «Quanto avvenuto oggi – appare in una nota a firma di Attivamente, Our Voice, Giovani Cgil, Udu Palermo, Collettivo Rutelli, Collettivo Sirio Benedetto Croce e Sindacato Regina Magherita – è un'offesa e un tradimento nei confronti di tutta la città, che vuole fare memoria delle vittime di questa strage e chiede piena verità e giustizia». Diversi gli attivisti che, rivolgendosi verso i politici, gridano: «Giù le mani da Falcone». Il messaggio è chiaro: far intendere che la destra alla guida del Paese voglia appropriarsi di un simbolo indiscusso della lotta per la legalità. Tesi, però, smentita dalla stessa fondazione dedicata al magistrato, che ha curato l'evento svoltosi nei pressi dell'albero del ricordo: «Non c'era alcuna voglia di alimentare polemiche. È vero il silenzio del trombettista è arrivato con qualche minuto di anticipo, ma la politica non c'entra nulla e chi tenta di strumentalizzare commette un errore di valutazione. È così difficile comprendere che per chi, come noi, porta nel corpo e nell'animo quelle ferite non rimarginabili, le 17.58 del 23 maggio del 1992 scoccano e segnano ogni attimo della nostra vita da 33 anni? Per noi la memoria non è un cronometro, ma impegno in ogni attimo della nostra vita». A smontare le accuse strumentali è la stessa Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso, presente all'iniziativa commemorativa per ricordare il fratello assassinato: «Piero Grasso (ex presidente del Senato con il Partito Democratico, ndr.), ha cominciato a leggere i nomi. Evidentemente era troppo presto. Ma noi eravamo sul palco e posso assicurare che non c'è stata intenzionalità. Non ce ne siamo resi conto». Parole chiarissime da parte chi dell'onestà ha sempre fatto la parola d'ordine della propria esistenza. Un attacco durissimo, al contrario, viene lanciato verso chi, senza alcuna esclusione di colore, predica bene e razzola male. «Questa città – ribadisce - non è libera. C'è molto da fare da parte delle istituzioni e da parte di ciascuno di noi. La mafia finirà soltanto quando nessuno la vorrà più, diceva Giovanni. Ma quanti politici, al contrario, la cercano. Non possiamo accettare che tutti questi morti e le loro famiglie possano pensare che questo sacrificio sia stato inutile». Un appello alla responsabilità, infatti, è stato lanciato anche dagli ospiti presenti alla giornata svoltasi nel capoluogo siciliano, che hanno più volte ricordato come, oggi come non mai, occorra compattezza e non divisioni nel contrastare un malaffare, ancora non debellato del tutto. Motivo per cui a Palermo i ministri Matteo Piantedosi, Carlo Nordio e Alessandro Giuli inaugurano il “museo del presente”. Lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel 33esimo anniversario dalla strage di Capaci, invita a «tenere sempre alta la vigilanza, coinvolgendo le nuove generazioni nel costruire un futuro libero da costrizioni».
CONTINUA A LEGGERE
4
0
0
Il Tempo
14:51
Delmastro "Dal Governo impegno ciclopico sulle carceri"
Il Tempo
14:17