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Tiziano Ferro: “Sono un grande è la mia consapevolezza di aver superato una brutta tempesta”. Arriva pure un film
Oggi 23-10-25, 11:17
«Sono un grande è il frutto di tutto quello che è accaduto nella mia vita, la consapevolezza che se sono riuscito a superare tutte le tempeste è perché forse qualcosa di buono l'ho fatto e un futuro felice me lo merito» confessa Tiziano Ferro raccontandoci la genesi di questo nuovo progetto, in uscita oggi, il primo con Sugar Music, dodici brani, in cui parlando di lui, diventa chiara l'umanissima origine di quelle sue canzoni che, da più di vent'anni, sembrano riuscire a toccare nel profondo chiunque. L'uscita del disco è accompagnata dal nuovo singolo «Fingo&Spingo», disponibile da venerdì per la rotazione radiofonica. «L'importante – aggiunge- è rimanere in contatto con quello che sei. Senza dover inventare un lato B. È una delle cose più belle di come gestisco la mia vita e il mio lavoro: non esistono due versioni di me. Ne esiste una. Magari fa schifo. Però è una. Ed è una meraviglia vivere così». Ferro diceva che l'amore è una cosa semplice: È ancora cosi? «Ma l'amore, tutte le cose belle, le cose importanti sono semplici, non facili. Cosa molto diversa. Io lo dico spesso dei figli. Faccio una vita che un po' mi sento di subire. Mi chiedono in molti dell'America. Io l'America non l'ho scelta. L'America è arrivata per amore. Poi sono arrivati i figli. E quando è finita la relazione ahimè uscire fuori dall'America è diventato un po' complesso. Ho questa custodia. Però sono anche una persona che ha un cuore. Quindi non vorrei prendere questi bambini e portarli via, anche se potrei». Questa urgenza di parlare è più figlia della necessità di inviare un messaggio di speranza o più di una esigenza di liberarsi da certi pesi? «Non me lo sono mai chiesto, sinceramente. Forse non sono convinto di voler sapere la risposta, perché non cambia la qualità di quello che faccio che sia bello o brutto. La risposta giusta, la soluzione alle cose è la più istintiva. Se ti fermi stai già complicando quella reazione e quindi la soluzione. Io non lo so cosa mi muove. Io non lo so cosa mi motiva, non lo so cosa mi dà, da dove arriva quell'urgenza. E provo a non chiedermelo, perché credo che sia molto complesso, dopo 25 anni di carriera, non far diventare quello che fai un artefatto. E io lo dico con un po' di sana presunzione: Io credo di esserci riuscito abbastanza». Chi è il Milite ignoto del suo brano? «Il milite ignoto è colui che sta guardando il proprio funerale, che si crede finito ma che alla fine si rende conto che la sua vita non è invece ancora finita. Io ho trattato la mia vita allo stesso modo: l'ho guardata iniziare e finire e iniziare ancora, spesso come uno spettatore molto incazzato perché mi rendevo conto che le cose stavano andando in un modo che non volevo. L'importante è trovare consapevolezza di quello che sei e del fatto che nessuno ti può annullare, nessuno può dirti quando puoi smettere di esistere». Nel singolo «Meritiamo di più» scrive : «Nemmeno il tempo di parlare un po' con Dio». Ecco quale è il suo rapporto con la spiritualità? «Per me la spiritualità è stata la soluzione principale, il ponte che mi ha aiutato a raggiungere il massimo del progresso e della soluzione della lotta all'ansia e alla dipendenza. Cioè fermarsi e affidarsi a quello che molti di noi chiamano potere superiore. Lo puoi chiamare Dio. Io lo chiamo Dio perché ho avuto una bella esperienza con lui e mi piace pensarlo come un Dio sempre molto simpatico. Lo dico sempre perché la simpatia è uno degli elementi più salvifici della mia vita». La rivediamo a Sanremo? «No, non ci sono. Anche se devo dire che sono stati molto carini perché mi hanno messo in duetto con Madame, che devo dire essere l'esponente della nuova generazione che più mi piace in assoluto. Vi aspetto a Roma il prossimo 27 e 28 giugno allo Stadio Olimpico». È vero che uscirà un film del suo libro «La felicità al principio»... «In questo momento la sceneggiatura è stata scritta, finita. Dobbiamo entrare in produzione e sono felice perché a produrlo è Lorenzo Mieli. Ci siamo trovati su una cosa che ci ha finalmente legato nella maniera giusta perché è un film che parla di qualcosa che non ha niente a che vedere con la mia vita visto che è un romanzo. Mi è stato chiesto di esserci nella scrittura anche della sceneggiatura e della parte musicale, quindi inizierà un percorso molto stimolante. Non vedo l'ora, però, non prima dell'anno prossimo».
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