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"Trentini senza cuore? No, contro l'esecuzione seriale": orsi, Biancofiore non ci sta
01-08-2024, 11:40
È stata abbattuta nelle prime ore di martedì 30 luglio l'orsa KJ1, che lo scorso 16 luglio si era resa responsabile dell'aggressione ai danni di un turista francese di 43 anni in località Naroncolo, nel comune di Dro, in Trentino. Uccisione che ha provocato dure reazioni da parte degli ambientalisti ma anche dal mondo della politica. In discussione è stata messa la decisione, presa nella notte, del presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti di firmare il decreto di abbattimento. “Non ci sto al fatto che tutti i trentini passino come gente senza cuore con il resto del Paese e non ci sto al teorema che chi difende gli animali non difenda i trentini. Le mie azioni nell'interesse del Trentino e dei trentini che rappresento in parlamento è che il problema dell'orso che esiste - è concreto e reale per la mia gente, sia gestito in modo efficiente e definitivo, il che non passa per l'esecuzione seriale di esseri senzienti, ovvero che hanno un'anima e che non hanno chiesto di essere introdotti nel nostro territorio", ha dichiarato la senatrice Michaela Biancofiore, Presidente del gruppo Civici d'Italia. La violenza "è tipica di chi non ha argomenti e mezzi e non è il caso della provincia Autonoma che ha voluto la gestione degli orsi nella convinzione di poter fare meglio dello Stato e purtroppo non è accaduto. Il benessere e la serenità dei trentini è il fine primario di tutti noi politici e amministratori, ma anche quello della tutela della biodiversità che ci faceva essere ed apparire così speciali agli occhi del resto del Paese. La mattanza degli orsi non è degna della nostra storia, della nostra credibilità, delle nostre capacità organizzative, del nostro amore per l'ambiente, della nostra attitudine turistica. Nel tempo sono state tante le alternative indicate da più parti alla facile soluzione del colpo secco da propagandare per appagare gli istinti più bassi dell'uomo, e con molto dispiacere mi chiedo perché la provincia non abbia acconsentito allo spostamento richiesto dalle associazioni a proprie spese?", ha continuato la senatrice. E ancora: "Perché la Provincia non abbia dato seguito alle richieste dei veterinari trentini nonostante le loro indicazioni verso la sterilizzazione ? Per quale motivo i plantigradi non siano tutti dotati di radiocollare per il monitoraggio con scarica elettrica, come in Sudafrica per i leoni- per riportarli nel loro territorio e effettua il censimento dei plantigradi ogni due anni e non annualmente come avveniva precedentemente? Vorrei che ci fosse una risposta a queste domande che non mi faccio solo io ma tutti gli italiani e vorrei che anche i trentini pretendessero una risposta da chi li amministra e non cedano al richiamo della ferocia verso esseri che abbiamo usato per il ritorno turistico che, nonostante il danno di immagine cagionato dalla enfatizzazione del problema ad usum delphini, non ha subito una disdetta che sia una". "Il Trentino non è al sicuro se si uccide un orso dopo l'altro in una sorte di ridicolo mezzogiorno di fuoco con i plantigradi, lo sarà solo se si agirà alla radice del problema senza infingimenti e rancori alla marchese del grillo.Serve subito quel commissario all'orso che di concerto con la Provincia e i ministeri interessati alla sicurezza pubblica, restituisca tranquillità e umanità alla mia terra”, ha concluso Michaela Biancofiore.
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