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Ursula game over? La lettera di Vannacci: "Ora si può mandare a casa"
Oggi 22-07-25, 11:32
Sig.ra Von der Leyen: game over? La scena europea è stata scossa da una bocciatura senza precedenti. La Germania ha respinto il bilancio da 2.000 miliardi di euro (1,26% del reddito nazionale lordo dell'UE) proposto dalla Presidente Ursula von der Leyen, per il periodo 2027-2034. Attenzione, non si tratta di un incidente occasionale: il nein tedesco – al quale si è prontamente unito il ministro delle finanze olandese Wopke Hoekstra – è il sintomo di un disagio più generale, una grave disconnessione tra i sogni di Bruxelles e i bisogni reali dei cittadini europei. «Un aumento del genere non è accettabile» ha comunicato il portavoce del governo tedesco, Stefan Kornelius, sottolineando che gli Stati membri si stanno già sforzando enormemente per rientrare nei conti. Ai più sembrava evidente che la Von der Leyen ci avesse pensato da tempo. A Bruxelles aveva iniziato da circa 2 mesi una vera e propria operazione psicologica facendo tappezzare i muri della città con cartelloni con su scritto che un aumento del bilancio dell'Unione era urgente: credo le sia andata male. Von der Leyen e la sua Commissione a trazione socialdemocratica continuano a vivere di percezione rifiutandosi di poggiare i piedi per terra. Lei, da brava sanguisuga, vuole più denari, più risorse, più fondi e le sinistre europee, Schlein e Conte inclusi, non vedono l'ora di cedere ad altri quel poco di sovranità che ci è rimasta. I cittadini europei sono vessati dalla crisi abitativa, con un aumento vertiginoso del costo della vita . I prezzi delle case sono aumentati del 47% dal 2010, quasi un europeo su dieci spende metà del proprio stipendio per l'abitazione. La risposta di Bruxelles è stata la creazione di una "commissione per il diritto alla casa", ovvero un "carrozzone burocratico" che non offre soluzioni concrete, mentre il bilancio 2025 non prevede misure efficaci contro il caro vita. Come se non bastasse continuano imperterriti con l'ideologia green. Il piano del Green Deal impone oneri insostenibili alle imprese, soffocando settori chiave come l'automotive e le PMI (Piccole e Medie Imprese), che rappresentano il 99% delle aziende europee. Le politiche attuali spingono alla delocalizzazione o alla chiusura, contraddicendo gli obiettivi di competitività e innovazione. Le politiche climatiche, pur lodevoli negli intenti, sono diventate un "fardello insostenibile", che rischiano seriamente di deindustrializzare il continente e impoverire la popolazione, senza adeguati meccanismi di compensazione per i settori più colpiti. Le PMI e l'agricoltura dovrebbero essere il motore dell'economia europea. Tuttavia le imprese ricevono risorse insufficienti e sono gravate da eccessiva burocrazia. Similmente, il settore agricolo vede una costante riduzione dei fondi PAC (Politica Agricola Comune) e un aumento degli oneri, portando a proteste diffuse e un senso di abbandono tra gli agricoltori. L'Unione Europea sembra aver perso il contatto con la realtà dei suoi cittadini. Vuole indebitarsi per 800 miliardi per lanciare un riarmo inutile mentre nel Vecchio Continente la vera invasione è già in atto, ma non si tratta di Cosacchi ma dell'islamizzazione del continente ad opera di quelle moltitudini di disperati della terra a cui l'Europa della Von der Leyen e le sinistre hanno spalancato le porte. È urgente un cambio di rotta, un ritorno ai valori fondanti della Comunità Europea, incentrati sulla prosperità, sulla sicurezza, sull'identità europea che deve prevalere e sul benessere dei suoi cittadini. Si, dei suoi cittadini europei e non di tutti quelli che si presentano a cercare di godere gratuitamente di quei benefici che gli italiani e gli europei si sono guadagnati col lavoro, col sacrificio, col sudore e col sangue. Il bilancio UE deve essere uno strumento al servizio di questi obiettivi, non un mezzo per sottrarre la sovranita agli Stati Membri e per imporre visioni ideologiche disconnesse dalla realtà. Solo ascoltando la voce dei cittadini e adeguando le proprie priorità l'Europa potrà riconquistare la fiducia e affrontare le sfide future, evitando una fine ingloriosa e tornando a camminare verso un futuro più promettente. Potrebbe volerci ancora tempo prima che finisca la parabola politica della Sig.ra Von der Leyen. Intorno a lei si è consolidata negli anni una rete di potere fatta di interessi, gruppi neocon, ONG, finanza internazionale, multinazionali e logiche belliciste difficile da smantellare. Ma il clima è cambiato: la possibilità di mandare a casa lei e il suo entourage si fa sempre più concreta. E noi lavoriamo alacremente!
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