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Usa-Russia, i colloqui fiume a Riad scatenano l'ira di Zelensky
18-02-2025, 21:47
Oltre quattro ore seduti gli uni davanti agli altri per riallacciare i rapporti interrotti dalla guerra in Ucraina e tentare di mettere le basi per una possibile soluzione del conflitto. Nel campo neutro di Riad gli Stati Uniti e la Russia concordano nel «promuovere le relazioni bilaterali» e tenere in considerazione «i reciproci interessi» nello scenario mondiale. Una prospettiva che va ben oltre il conflitto in Ucraina anche se la soluzione dello stesso resta il punto di partenza e la necessità più impellente per ambo le parti. I colloqui «sono andati bene», ha detto il consigliere diplomatico del Cremlino, Yuri Ushakov, mentre il Segretario generale americano, Marco Rubio, ha fatto sapere che Russia e Usa nomineranno «team di alto livello» per negoziare la pace. Inoltre sia Mosca che Washington ripristineranno il personale delle rispettive ambasciate. Tutti passi propedeutici al tanto atteso quanto probabile incontro fra i rispettivi presidenti Vladimir Putin e Donald Trump. Il Cremlino ha fatto sapere che una data ancora non c'è ed è «difficile» che possa accadere la prossima settimana. La strada comunque pare tracciata. Al netto delle prove di intesa le posizioni in merito alla questione Ucraina non possono dirsi totalmente convergenti. Rubio ha affermato che sono necessarie «concessioni da ambo le parti» e che «a un certo punto» anche l'Europa dovrà sedersi al tavolo dei negoziati. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha ribadito che per Mosca resta «inaccettabile» l'invio nel Paese di peacekeeper Nato. Secondo la Russia l'ostacolo principale alla soluzione della questione resta Volodymyr Zelensky. A dire di Lavrov il leader di Kiev, grande assente dei colloqui, deve essere «portato alla ragione» e ha bisogno di una «tirata d'orecchie». Secondo alcuni media internazionali Usa e Russia starebbero pensando a un piano a tre fasi. La road map sarebbe composta dal raggiungimento di un cessate il fuoco a cui farebbero seguito le elezioni in Ucraina seguite poi da un accordo di pace. Mosca ha smentito l'ipotesi parlando di 'fakè. A quanto riporta il 'Telegraph', che cita una bozza riservata datata 7 febbraio, in ogni caso l'accordo di partenariato proposto dagli Usa e Kiev per garantire una sorta di protezione sarebbe «persino più dure delle sanzioni finanziarie imposte a Germania e Giappone dopo la loro sconfitta nel 1945». Secondo quando viene spiegato di fatto gli Usa otterrebbero il controllo di metà delle risorse naturali del Paese oltre alla gestione di porti, delle infrastrutture e della maggior parte delle risorse energetiche, tra cui petrolio e gas. Una sorta di 'lista della spesà davanti alla quale Volodymyr Zelensky sarebbe rimasto spiazzato. E proprio il leader di Kiev non ha nascosto il suo disappunto per quanto accaduto a Riad spiegando dalla Turchia, dove ha incontrato Recep Tayyip Erdogan, che la convocazione del vertice Usa-Russia è stata «una sorpresa» che ha appreso solamente dai media. «Discutono dell'Ucraina senza l'Ucraina - ha affermato - ma come presidente non garantito o confermato nulla a nessuno». Proprio per marcare la sua distanza dal vertice Zelensky ha rinviato la sua visita in Arabia Saudita in programma nelle prossime ore al 10 marzo e ha ribadito ancora una volta che i negoziati non possono avvenire «alle spalle» degli attori chiave citando espressamente « l'Unione Europea, la Turchia e la Gran Bretagna» che «devono» essere coinvolte. In Ucraina è atteso l'inviato speciale degli Stati Uniti, Keith Kellogg. Una mano tesa a Zelensky sulla strada del confronto anche se, riportano alcune fonti, pure il futuro del presidente ucraino sarebbe stato uno degli argomenti trattati dagli emissari di Mosca e Washington a Riad. Secondo le stesse fonti tanto gli Usa quanto la Russia giudicano che Zelensky abbia «scarse possibilità di vincere» in caso di una consultazione elettorale e Vladimir Putin si sarebbe convinto che qualsiasi candidato diverso dall'attuale presidente dell'Ucraina sarebbe «più flessibile e pronto a negoziare e fare concessioni».
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