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VaffanBolkestein - L'ultima follia Ue contro i balneari: la Lega fa muro
Ieri 25-07-25, 12:31
L'Europa di Ursula non spende una parola sui dazi, ma s'impunta sui balneari. Dopo le folli politiche “green”, per cui milioni di cittadini sono costretti a indebitarsi pur di avere la “casa sostenibile”, il "gotha" continentale prende a bersaglio le nostre spiagge. L'ultima lettera inviata all'Italia perla famosa «soluzione costruttiva» vale più di mille parole. Non c'è, d'altronde, nulla di nuovo, considerando che, da oltre un quinquennio, Palazzo Chigi si trova sotto infrazione per il mancato recepimento della direttiva Bolkestein. A essere finiti stavolta nel mirino sono gli indennizzi da versare ai concessionari uscenti. Secondo l'Ue, non esisterebbero rendite a vita sui beni pubblici. Mentre l'esecutivo di Piazza Colonna prima di mettere a gara (secondo i ben informati la procedura dovrebbe partire nel 2027), cerca di mettere da parte “risarcimenti” per chi fino ad ora ha badato alla manutenzione delle nostre coste, il direttivo von der Leyen s'inventa mille cavilli burocratici per far saltare gli aiuti. La Lega chiede, dunque, garanzie. «La linea fortemente voluta da Salvini per tutelare 30mila famiglie e imprese del settore – viene ribadito in un comunicato del Mit, presieduto da leader del Carroccio – è coerente con il programma elettorale del centrodestra, ma soprattutto con il buonsenso. Per questo, ritenendo la proposta in campo equilibrata, anche alla luce dell'aumento del canone, non ci saranno arretramenti». Una linea su cui si ritrovano non solo gli alleati, ma soprattutto quelle associazioni che difendono una categoria, troppo spesso dimenticata dalla politica. «Apprezzamento per la dichiarazione del ministro Salvini sulla questione», appare in una nota a firma di Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente e Maurizio Rustignoli, presidente di FIBA-Confesercenti. La speranza è che tutte le forze politiche si schierino per un settore «costituito da migliaia di onesti lavoratori autonomi in grado di costruire un modello che il mondo ci invidia». Sacrosanto, a loro parere, il "diritto a un indennizzo per i concessionari" che, qualora dovessero perdere le aziende, confidando nelle nuove regole, si troverebbero, dall'alba al tramonto, in mezzo a una strada. La cosiddetta “continuità aziendale”, messa in discussione da Bruxelles, infatti, era già stata prevista dall'esecutivo Draghi con l'art. 4 della legge sulla concorrenza 2022 nr. 118/2022. «La stessa Commissione Ue – ricordano i sindacati – l'avevano accettata, concordando nel settembre dello scorso anno, quanto disposto dall'art. 1 del Dl 131/2024». Ecco perché l'ultima trovata dell'esecutivo von der Leyen sarebbe un «voltafaccia su un diritto, svilendolo e rendendolo fittizio» o peggio sarebbe «l'ennesimo attacco alla balneazione attrezzata italiana che costituisce un elemento di vantaggio competitivo del Paese nel mercato internazionale delle vacanze». Una confisca senza indennizzo, a loro parere, sarebbe contraria, poi, agli elementari principi della civiltà giuridica italiana ed europea e «fonte certa di contenzioso in ogni sede giudiziaria, sia amministrativa che civile». Gli unici a difendere la linea Ursula sono i soli pentastellati di Conte, che pur di attaccare la maggioranza, non badano alle conseguenze che tale presa di posizione potrebbe avere. «L'Ue – viene evidenziato dal vicepresidente del M5S Mario Turco e dal senatore Marco Croatti – intima solo al governo di finirla con questa presa in giro pluriennale». Non viene ricordato, però, che tale strategia serve a salvare famiglie che, da un giorno all'altro, non avrebbero più certezze sull'avvenire.
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