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Vaticano, Cerno: "Chi ha paura delle dimissioni di Francesco"
24-02-2025, 22:10
Un susseguirsi di notizie, indiscrezioni, bollettini dei medici e comunicati della sala stampa vaticana. Il mondo è in ansia per le condizioni di Papa Francesco tra preoccupazione e segnali più confortanti seppur in un quadro critico. Se ne parla nel corso di Quarta Repubblica, il programma di Nicola Porro su Rete 4, in cui il direttore de Il Tempo Tommaso Cerno osserva che la "grande domanda che tutti ci siamo posti è perché i bollettini non sono firmati dai medici ma dalla sala stampa Vaticana? Per una prassi o perché i medici devono scrivere esattamente le cose come stanno? Poi improvvisamente abbiamo visto il medico, il professor Alfieri, che ci ha detto quelle parole, ha portato alla percezione che eravamo di nuovo convinti di conoscere la salute del Pontefice, che non vediamo, che non sappiamo esattamente chi possa vedere. Oggi siamo di fronte a questo lieve miglioramento che però non modifica il quadro", spiega Cerno, in "una giornata in cui sembrava tutto portare all'idea di un peggioramento queste parole ci confortano, ma anche questa volta non sono dei medici". Questa comunicazione ricorda quella "della storia nata intorno ai papi". C'è poi il tema, enorme, delle possibili dimissioni del Papa. Francesco tra l'altro nel 2013 ha firmato una lettera di rinuncia in caso di grave impedimento. Dinamica che ha ricordato ad alcuni osservatori quella di Benedetto XVI. Cenro commenta che in questo caso "la parola dimissioni è completamente differente, le dimensioni di Ratzinger hanno causato nella Chiesa un dibattito gigantesco e teologico" perché Benedetto XVI "si dimette e rimane vivo per molti anni, è lucido e scrive libri. Quindi le dimissioni sono una scelta". Un'altra cosa è "il Pontefice impedito materialmente da un problema di salute talmente grave da renderlo nella non possibilità di esercitare l'ufficio, e che lascia detto: fate il Conclave". Insomma, il direttore fa notare che con Bergoglio "siamo in questa seconda dimensione". "Non vuole dire che è cinica, ma comunque è realistica - commenta Cerno - Perché in questo caso le dimissioni di Bergoglio sono molto difficili per un motivo semplice, che proprio chi non lo vuole le teme". Nel senso che un "Bergoglio dimesso, ma lucido, avrebbe con questo Conclave molta più capacità di indirizzo di quanto avrebbe il Conclave stesso se non ci fosse lui", conclude Cerno.
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