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Vecchi e nuovi trend dell'attività legislativa: gli ultimi esecutivi a confronto
Ieri 12-05-25, 20:17
"Vecchi e nuovi trend dell'attività legislativa: gli ultimi esecutivi a confronto", è il titolo dell'incontro organizzato stamani da Bistoncini Partners e promosso da Matteo Montanaro. Nel corso dell'evento è stata presentata un'analisi realizzata da Insight Lab, il centro studi della società sopra citata, con l'obiettivo di ricostruire in termini statistici le dinamiche di collaborazione tra Governo, Parlamento e Quirinale prendendo in esame i tre esecutivi più recenti: Conte II, Draghi, Meloni. Decreti-legge, Ordini del giorno, “monocameralismo di fatto” e atti di sindacato ispettivo sono stati al centro dell'analisi Secondo il Report, l'esecutivo si conferma perno della forma di governo parlamentare: la collaborazione tra esecutivo e legislativo attesta che l'iniziativa legislativa efficace rimane di gran lunga in capo al Governo, che mantiene una quota fissa intorno al 70% del totale delle leggi approvate. Col Governo Meloni cresce però l'attivismo parlamentare, che firma il 30% delle leggi approvate, contro il 15% del governo Draghi e il 10,7% dell'era Conte. Un dato che potrebbe indicare una maggiore apertura istituzionale, quantomeno su questioni meno controverse. Sotto la guida di Giuseppe Conte si attesta invece il picco di iniziativa governativa (89,3%), correlabile alla discutibile gestione dell'emergenza Covid. Tramontano intanto i decreti legge-omnibus: si osserva una sostanziale diminuzione dei DL non convertiti e, di conseguenza, un crollo relativo all'uso dei famigerati “DL Minotauro” (i decreti che confluiscono direttamente in un altro decreto all'esame del Parlamento). Una tendenza che gli analisti attribuiscono alla presa di posizione del Quirinale, emersa dopo esame del "Decreto Milleproroghe”. Riemerge anche il fenomeno del “monocameralismo di fatto”, visibile nel numero ridotto di letture di modifica oltre il primo passaggio parlamentare: 3,2% sotto Conte II, 5,8% con Draghi e 6,7% nell'attuale legislatura. Un dato presentato come un efficientamento dell'iter, funzionale a evitare i rallentamenti dovuti dalle "navette parlamentari". Nel campo del sindacato ispettivo, risultano in calo le interrogazioni a forma scritta, alle quali si preferiscono gli ordini del giorno. Si segnala un boom di utilizzo da parte delle opposizioni, anche se il Governo ne respinge circa il 70%, segno che il loro valore è spesso più mediatico che realmente vincolante. Durante il Conte II sono stati presentati 2703 ODG, di cui 1892 accolti; con Draghi 2755 di cui 2247 approvati; mentre con Meloni 3490 odg presentati e solo 1438 accolti .
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