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Chip Neuraling al settimo paziente: "Affetto da Sla, ha recuperato autonomia digitale"
Ieri 22-12-25, 21:25
Si chiama Jake Schneider, ha 35anni ed è originario di Austin, in Texas (Stati Uniti). Alle spalleuna diagnosi di Sla, sclerosi laterale amiotrofica, arrivata nelfebbraio 2022. Da allora un peggioramento progressivo e costante deisintomi della malattia, in particolare nella mobilità di braccia emani. Oggi Schneider è diventato il settimo paziente coinvolto nellasperimentazione clinica del chip di Neuralink, la società fondata daElon Musk. E l'impianto cerebrale del dispositivo hi-tech - chefunziona come un'interfaccia cervello-computer (Bci), in grado diregistrare e decodificare l'attività neuronale associataall'intenzione di movimento, traducendola in comandi digitali - gli ha permesso di riconquistare l'indipendenza nell'utilizzo di dispositivielettronici, come si riporta in una nota di Neuralink sul suo caso. Schneider ha sperimentato difficoltà aggravate dal contestuale ecostante accumulo di difficoltà quotidiane, come l'uso della dettaturavocale che molto spesso falliva a causa dei rumori di fondo. Nelgiugno 2025 è stato sottoposto a un intervento neurochirurgiconell'Istituto neurologico Barrow di Phoenix, dove i criteri del trialclinico sono stati estesi anche ai pazienti affetti da Sla. "Non avevoniente da perdere", ha spiegato, raccontando la decisione dipartecipare alla sperimentazione clinica. L'intervento, della duratadi meno di 5 ore, ha previsto l'inserimento di 120 fili ultrasottilinella corteccia motoria sinistra tramite un sistema robotico ad altaprecisione. Grazie a questa tecnologia, Jake ora può controllare uncursore, scrivere testi e utilizzare dispositivi elettronici senzaalcun input fisico, migliorando in modo significativo la propriacapacità di comunicazione e interazione, illustrano gli espertiNeuralink nella nota. Tra i risultati più rilevanti, come da luistesso dichiarato, la possibilità di tornare a svolgere attivitàquotidiane e a interagire con il proprio figlio attraverso il giocodigitale, recuperando una parte significativa dell'autonomia persa conla progressione della malattia. Sessioni quotidiane di 2-4 ore coningegneri Neuralink lo fanno sentire parte di un lavoro più ampio,avendogli ridato un obiettivo. Il caso di Jake Schneider si inserisce nel più ampio percorso diricerca sulle neurotecnologie promosso da MUSK attraverso Neuralink,con l'obiettivo di "sviluppare soluzioni in grado di aumentarel'autonomia delle persone affette da paralisi e malattieneurologiche", si legge. Sebbene la tecnologia sia ancora in fasesperimentale e soggetta a rigorosi protocolli clinici, i primirisultati secondo gli esperti della società "mostrano il potenzialedelle interfacce cervello-computer nel migliorare la qualità dellavita dei pazienti".
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