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Da Borgo Egnazia a Brasilia, la collaborazione tra pubblico e privato come metodo ‘win-win'
16-07-2024, 18:04
C'è un filo sottile che lega Borgo Egnazia, sede del recente G7 organizzato dall'Italia, e Brasilia, dove ieri è iniziata la visita di Stato del Presidente Mattarella, la prima di un Capo di Stato italiano nel Paese sudamericano da ben 24 anni. Dopo una lunga fase in cui il nostro Paese sembrava solo terra di conquista per le ambizioni di imprese straniere, questo esecutivo sta riprovando a fare ‘sistema Paese', aumentano la nostra proiezione sullo scacchiere internazionale. Per farlo mette in rete diplomazia e grandi imprese, influenza culturale (in Brasile si stima ci sia la più grande popolazione di discendenza italiana fuori dai nostri confini) e tutto il peso delle grandi istituzioni. Che ci sia una strategia, lo testimonia il fatto che a Borgo Egnazia erano presenti sia il capo di Stato brasiliano, sia i vertici delle maggiori imprese italiane, tra cui Enel. Anche nel contesto della Visita di Mattarella figura Flavio Cattaneo, AD del Gruppo elettrico, insieme al Direttore Relazioni Esterne Nicolò Mardegan e Antonio Scala, Country Manager Brasile, per rappresentare ancora una volta gli interessi e i progetti industriali del Gruppo nella nazione sudamericana. La collaborazione tra imprese private e istituzioni pubbliche porta i suoi frutti e il governo brasiliano ha potuto annunciare una ritrovata sintonia con Enel già nel corso del G7. Si tratta di un'evoluzione molto importante e positiva per il gigante energetico italiano nei rapporti con il Brasile, dove le importanti concessioni di distribuzione elettrica sembravano a rischio nel recente passato. Invece, anche grazie alle importanti azioni di diplomazia del nostro governo, Lula ha confermato la volontà di proseguire con il gruppo italiano, a fronte del suo robusto piano industriale, che prevede un aumento degli investimenti e dell'occupazione. In particolare, il Piano Industriale presentato lo scorso novembre, il primo del nuovo management Enel, dedica al Brasile circa 3,7 miliardi di dollari di investimenti, un aumento del 45% rispetto ai circa 2,5 miliardi di dollari previsti dal Piano precedente. Nelle reti, in particolare, l'aumento degli investimenti arriva al 75%. Un dato significativo, ma connaturato alle caratteristiche di un Paese esposto più di altri agli eventi climatici estremi che sempre più spesso mettono a dura prova la resilienza delle infrastrutture energetiche. L'impegno di Enel – che durante la Visita presidenziale ha anche firmato un importante accordo scientifico con l'università Unicamp sul cambiamento climatico – aiuterà sia la crescita internazionale della nostra impresa, sia l'accelerazione della transizione energetica del Brasile. Questo metodo che mette al centro gli interessi dell'Italia e crea un rapporto ‘win-win' tra pubblico e privato – e tra Paesi - dovrebbe essere parte del nostro patrimonio politico e usato, in modo bipartisan, da tutti i Governi, quale ne sia il colore e l'appartenenza.
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