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Dama: i leader del Centrodestra, ora giù le tasse
31-08-2024, 10:57
Le incomprensioni estive sono alle spalle. Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi si incontrano per un vertice chiarificatore, dopo le polemiche di agosto. Si riparte dal programma, senza deviazioni. «I leader hanno rinnovato il patto di coalizione, garanzia di efficacia e concretezza dell'azione di governo», si legge nella nota diffusa al termine del vertice di maggioranza. Quello dell'esecutivo, dopo quasi due annidi lavoro, è «un bilancio positivo» e lo confermano «dati macroeconomici incoraggianti, a partire dal buon andamento della crescita dell'occupazione». Nel corso dell'incontro è stata ribadita «l'unità della coalizione» e l'urgenza di «continuare il lavoro avviato per tutta la legislatura» per portare a termine «le riforme messe in cantiere» e per «attuare il programma votato dai cittadini». Tra le priorità della legge di bilancio «la riduzione delle tasse, il sostegno a giovani famiglie e natalità, oltre a interventi perle imprese che assumono». Nella nota c'è anche spazio per la politica estera. Dove si sottolinea la «totale sintonia» su tutti i dossier. L'Italia ha ritrovato «autorevolezza e affidabilità» nello scenario globale, come dimostra «il successo della presidenza italiana del G7». Nella maggioranza «è condivisa» la linea sulla crisi in Medio Oriente e sulla guerra in Ucraina. Anche se la diffusione del comunicato congiunto è accompagnata da un piccolo giallo. Nella versione leghista c'è anche questa postilla: «Con appoggio a Kiev, ma contrari a ogni ipotesi di interventi militari fuori dai confini ucraini». Precisazione che sparisce con un errata corrige. E caso chiuso (o quasi). Dopo il vertice di maggioranza c'è il consiglio dei ministri. Prima riunione di gabinetto dopo le ferie, che permette a Meloni di fare un po' il punto della situazione. «Orgogliosi del lavoro fatto finora», premette la premier, e delle tante riforme messe in cantiere. Ma ora tocca mettersi sotto, perché il governo deve affrontare un'agenda particolarmente fitta. «Dobbiamo andare avanti senza paura, abbiamo promesso che avremmo lasciato un'Italia migliore». Ci vuole «coraggio» per risolvere i problemi e per cambiare le cose che non funzionano. Saranno poi «solo gli italiani, alla fine della legislatura, a giudicarci». Meloni poi si sofferma sulla manovra economica che verrà, «ispirata al buon senso e alla serietà». I soldi non saranno buttati dalla finestra, precisa, ma concentrati «nel sostegno alle imprese che assumono» e per rafforzare «il potere di acquisto delle famiglie», soprattutto quelle con bambini. Il foglio è ancora bianco. Per questo la presidente del Consiglio consiglia «grande prudenza» nel commentare le indiscrezioni di stampa su eventuali misure. Meloni fa l'esempio dell'assegno unico: la sua cancellazione non è mai stata un tema, «eppure ancora se ne parla». Il governo non ha mai pensato di far saltare la misura, «semmai è stato qualche zelante funzionario europeo che ha aperto una procedura di infrazione». Se le risorse sono poche, i dati macroeconomici italiani - Pil, occupazione, export, investimenti - danno fiducia. L'Istat, sottolinea Meloni, certifica il tasso di disoccupazione più basso dal 2008, al 6,5%. Mentre per i dati del rapporto Svimez «nel 2023 il Pil nel Sud è cresciuto più della media nazionale». Un dato che «contrasta la narrazione, distorta, che ci dipinge come i nemici del Mezzogiorno che vogliono spaccare l'Italia con l'autonomia differenziata». Dopo quasi 24 mesi di lavoro, la premier si dice particolarmente soddisfatta dei progressi fatti dal governo nella gestione dei flussi migratori: «Ad oggi, rispetto allo stesso periodo del 2023, gli sbarchi sono diminuiti del 64%, e quasi del 30% rispetto al 2022». Paga «l'intenso lavoro diplomatico e internazionale del governo nel suo complesso con le Nazioni africane e gli accordi che abbiamo sottoscritto con loro - a partire da Tunisia e Libia - sono giuste e funzionano». Nelle prossime settimane, annuncia Meloni, saranno pienamente operativi i centri previsti dal protocollo d'intesa con l'Albania «per processare in territorio albanese, ma sotto giurisdizione italiana ed europea, le richieste di asilo». Sempre sul tema immigrazione, il capo del governo dichiara che è in arrivo una revisione della legge Bossi-Fini. In uno dei prossimi consigli dei ministri «porteremo un intervento, amministrativo e legislativo, per sanare quelle storture che da quindici anni a questa parte permettono di aggirare e utilizzare in maniera fraudolenta i flussi regolari di immigrati».
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