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Daniele Capezzone: la sinistra soffia sul fuoco della violenza, ma è il caso che qualcuno si fermi
25-02-2024, 09:20
Non promette nulla di buono la campagna della sinistra politica e mediati ca contro le forze dell'ordine. Per carità: può anche darsi che – in una circostanza o in un'altra, negli ultimi giorni – qualche agente abbia esagerato. Sarà giusto, anzi sacrosanto, verificarlo e accertarlo. Ma ciò che inquieta è per un verso il riflesso automatico di colpevolizzazione della polizia e per altro verso il tentativo di descrivere un'Italia in mano a un governo di fanatici autoritari. Elly Schlein, sfidando il ridicolo, ha parlato di un «clima di repressione»; il suo alleato Nicola Fratoianni ha proposto «scorte democratiche» allo scopo di proteggere i manifestanti dalle forze dell'ordine. Su Repubblica, Massimo Giannini, aspirante staffetta partigiana, già vede – cito fior da fiore – «crudelitas» e non «pietas»; spiega che le forze dell'ordine «respirano l'aria che tira»; denuncia nientemeno che un «totalitarismo soft», la «capocrazia», la «repressione»; gran finale con Orban e, «spingendo la notte più in là», con Putin. Alé. Sulla Stampa, perfino il solitamente acuto e ragionevole Mattia Feltri, ieri non sorretto nemmeno da un filo di ironia, invita i giovani italiani ad andarsene, non senza aver lasciato a verbale questo passaggio: «Bisognerebbe insorgere contro un governo che si diverte a menare e incarcerare i nostri figli con la boriosa pretesa di raddrizzarli». Sia detto con rispetto di tutti: ma dove vivono? Che Italia descrivono? E soprattutto: perché si sta cercando – immagino involontariamente – di incendiare il clima? Qui a Libero riteniamo sacro il free speech in ogni sua manifestazione: libertà di pensiero, di parola, di espressione, di manifestazione. In primo luogo verso le opinioni più lontane dalla nostra. Ma ognuno di noi sa bene cosa accadrebbe – nelle maggiori capitali occidentali – in presenza di cortei non autorizzati né preannunciati, o in presenza di improvvise deviazioni del percorso verso una sinagoga o un consolato americano, o in presenza (i video bisogna guardarli integralmente: non solo nelle parti più comode per il proprio ragionamento) di manifestanti che insultano i poliziotti (“Sbirri di merda”), o che tentano di toglier loro lo scudo, scalciano, forzano i blocchi. CLIMA DA ANNI SETTANTA Diciamolo quando mancano ancora 105 lunghissimi giorni alle elezioni europee del 9 giugno: se qualcuno a sinistra pensa di procedere così, tra assalti alle sedi Rai, manifestazioni con slogan anti-israeliani (per non dire anti-semiti), insulti e offese alle forze dell'ordine, roghi di manichini raffiguranti gli avversari politici, ricerca sistematica del contatto fisico, l'esito è purtroppo scritto. Così rischiamo tutti di farci male, molto male. Ed è semplicemente irresponsabile che, senza alcuna valida ragione, si cerchi di ricreare un clima da anni Settanta, di contrapposizioni violente e avvelenate, di scontro nelle piazze. Il primo compito di un'opposizione sarebbe quello di indicare uno sbocco e una prospettiva, un percorso, degli obiettivi. Se invece ci si affida solo a un'escalation scomposta nelle parole e nelle azioni, com'è accaduto perfino a un vecchio comunista come Vincenzo De Luca, che certe cose dovrebbe saperle, allora vuol dire che si sta scegliendo una scommessa ad altissimo rischio. PRUDENZA PER TUTTI Vogliamo richiamare le forze dell'ordine alla misura e alla prudenza? Giusto, anzi ineccepibile. Ma anche gli stregoni più furbi e spregiudicati farebbero bene a riflettere e a decelerare rispetto agli esperimenti più spericolati di agitazione di piazza. Qualcosa potrebbe andar storto ben prima del previsto. Speriamo davvero di sbagliare previsione. In ogni caso, non dispiaccia agli onorevoli Fratoianni e Schlein, ma più dei loro comunicati – prevedibili, banali, scontati – suggeriremmo a tutti la rilettura dei versi di Pier Paolo Pasolini dopo i fatti di Valle Giulia nel 1968, indirizzati agli studenti a seguito dei loro scontri con i poliziotti. Rileggiamone uno stralcio: Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi quelli delle televisioni) vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio delle Università) il culo. Io no, amici. Avete facce di figli di papà. Buona razza non mente. Avete lo stesso occhio cattivo. Siete paurosi, incerti, disperati (benissimo) ma sapete anche come essere prepotenti, ricattatori e sicuri: prerogative piccoloborghesi, amici. Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti, io simpatizzavo coi poliziotti! Perché i poliziotti sono figli di poveri.
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