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De Leo: Tajani, Ppe fondamentale a Bruxelles. "Voto a Forza Italia determinate per equilibri europei"
02-06-2024, 21:16
Un Antonio Tajani a tutto campo quello che entra nell'ultimo tratto di campagna elettorale per le Europee. Il ministro degli Esteri e Segretario Nazionale di Forza Italia ha partecipato al convegno dei giovani di Confindustria a Rapallo, dove ha affrontato, tra le altre cose, la preoccupante evoluzione dello scenario in Ucraina, con il via libera di molti Paesi Nato all'utilizzo delle armi consegnate a Kiev per colpire obiettivi sul territorio russo. Linea cui non aderisce l'Italia. Riferendosi al cancelliere tedesco, ultimo in ordine di tempo ad aver dato il suo ok, Tajani osserva: «Le scelte e le dichiarazioni di Scholz non sono le nostre. Attenzione perchè i rischi di una terza guerra mondiale aumentano se non si fa attenzione. Basta un piccolo errore per conseguenze nefaste. Questo deve essere chiaro». E poi evidenzia: «Siamo fermi a difendere l'Ucraina, ma lo siamo anche nel difendere la pace». Legato al tema bellico è anche il dossier sulla trasparenza delle armi donate a Kiev. Sul punto, Tajani dice: «Nessun problema a togliere il segreto sulla fornitura di armi, ma poi bisognerà evitare speculazioni». Sul piano interno, poi Tajani passa ad analizzare l'ultimo ddl approvato dal consiglio dei ministri che sancisce la separazione delle carriere. Si tratta di un primo passo che costituisce, come noto, un punto qualificante di Forza Italia su cui per decenni ha battagliato anche Silvio Berlusconi. «La riforma della giustizia - spiega Tajani affronta la questione delle correnti politicizzate. Per anni il Partito Comunista e il Partito Democratico hanno avuto la corrente di Magistratura Democratica. Questo non va bene, il giudice non deve essere di nessun partito, non possiamo avere giudici di un partito che giudicano in base a un credo politico». Dunque «la politicizzazione del giudice è una disfunzione del sistema». Poi c'è il capitolo dei rapporti con la Lega. Una competizione all'interno della coalizione, certamente fisiologica, ha segnato la campagna elettorale. Il segretario di Via Bellerio Salvini, dopo la condanna a Trump nel processo su Stormy Daniels ha esternato il suo “endorsement” per l'ex Presidente attualmente in corsa per la Casa Bianca. Forza Italia, invece, ha continuato a rivendicare la sua postura atlantista a prescindere da chi vincerà le elezioni. «Salvini dice “Forza Trump”? Io dico solo Forza Italia», osserva Tajani. «L”Italia e gli Stati Uniti d'America sono partner a prescindere dal presidente che gli americani scelgono. O di chi ci sta più simpatico». E aggiunge: «Che ci sia Biden Trump, Obama o Bush: il nostro rapporto strategico non può essere messo a repentaglio per le simpatie». Nel frattempo, il numero uno di Forza Italia, che corre alle elezioni, rilascia un video sui social in cui rimarca sul voto utile: «Per contare di più in Europa bisogna scegliere Forza Italia, perché Forza Italia è il Partito Popolare Europeo. Il Partito Popolare Europeo è il Primo Partito che avrà il Presidente della Commissione Europea e il Presidente del Parlamento Europeo. Quindi è il Partito che dà le carte». Sulla rivendicazione dei risultati all'interno della famiglia popolare insiste anche la vicesegretaria Deborah Bergamini, a margine di un tour elettorale in Toscana: “In questi anni attraverso una costante opera di convincimento e di proposta- ragiona- siamo riusciti a portare il Ppe su una linea che non penalizzasse i tessuti produttivi interni. La correzione di rotta sul green deal e sulla Pac, sancita nel congresso di Bucarest, è anche frutto del nostro impegno». Sulla specificità degli azzurri si sofferma anche Letizia Moratti, presidente della Consulta Nazionale. Forza Italia, spiega, «viene percepito come un partito moderato, rassicurante e davvero abbiamo bisogno di rassicurazioni in un mondo dove i conflitti purtroppo sono tanti e vicini». Nel frattempo, i capigruppo Maurizio Gasparri, Paolo Barelli e Fulvio Martusciello annunciano un'iniziativa per la modifica sulla normativa antimafia riguardante i candidati dopo il caso di Angelo D'Agostino: «Basta candidati assolti, risarciti, ma definiti “impresentabili” senza fondamento dall'Antimafia. È tempo di rivedere i meccanismi che regolano la Commissione e di modificare il “codice morale” istituito dalla Commissione parlamentare su spinta giustizialista del M5S».
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